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Fiat termini Imerese: Fiom, basta spot, governo convochi un tavolo

De Palma (Fiom): "Cambiano i presidenti del Consiglio, ma i rituali si ripetono. Basta con gli spot che coprono i problemi di produzione e di occupazione nel nostro Paese, il Governo convochi un tavolo sull'auto... (...)... potrebbe recarsi a Termini Imerese dove si riaprirebbero i cancelli chiusi da anni"

"E' cambiato il modello di auto, il presidente del Consiglio, ma la foto resta sempre la stessa dei governi precedenti: pacche sulle spalle e strette di mano, insomma va tutto bene. Siamo alla ennesima ripetizione di una scena già vista con altri presidenti del consiglio. Uno spot che copre i problemi che ci sono e sono lasciati ai soli lavoratori. Sia chiaro che la produzione di un nuovo modello è un fatto positivo, ma non basta". Lo dichiara Michele De Palma, coordinatore nazionale del settore Automotive per la Fiom-Cgil.

"Il presidente del Consiglio che conferma di voler andare a Detroit per visitare uno stabilimento Fca. Potrebbe visitare quello di Mirafiori in Italia - prosegue -, in cui si produce ormai solo la Mito e si lavora al massimo tre giorni al mese, quello di Cassino dove per la lastratura è partito ieri il terzo anno di cassa perchè sono cessate le produzioni della Bravo e della Delta e il lancio del nuovo modello Alfa sarebbe previsto per il 2016, Pomigliano dove è in produzione la sola Panda e i lavoratori sono in contratto di solidarietà e ad oggi senza un nuovo modello ci sarà un futuro lungo di ammortizzatori sociali. Il presidente del Consiglio potrebbe chiedere ai lavoratori che produrranno la Renegade come si sta al montaggio con il taglio delle pause e l'aumento dei ritmi. Il presidente del Consiglio potrebbe chieder conto della scarsa rotazione durante la cassa integrazione. Oppure potrebbe recarsi a Termini Imerese dove si riaprirebbero i cancelli chiusi da anni".
"Questa è la realtà che vivono i lavoratori della FCA (ex Fiat), oggi non è il momento di tagliare nastri o aprire portiere ma di lavorare perché tutti - sindacati, azienda e Governo - facciano la loro parte, perché tutti i lavoratori possano tornare a lavorare negli stabilimenti e siano garantiti ai lavoratori i diritti, il salario e le libertà sindacali e si concluda definitivamente il doppio regime di diritti sindacali e siano applicati i precetti della nostra costituzione".

"Anche quest'anno in Italia saranno prodotte meno di 400 mila auto, c'è bisogno di investimenti pubblici e privati per reinventare la mobilità per produrre auto ecologiche e sicure: in molti Paesi europei la prassi è che ognuno si assume le proprie responsabilità per rilanciare le produzioni. Negli Stati Uniti ci sono accordi tra Governo, azienda e sindacato, in Italia no. La sfida al presidente del Consiglio è di convocare un tavolo in cui l'obiettivo è il rilancio dell'auto, dell'indotto e della componentistica", conclude.
 
rassegna.it

“Renzi venga davanti ai cancelli della Fiat, parta da questo luogo simbolo delle tante vertenze aperte in Sicilia il riscatto di questa terra”.

A lanciare l’invito è il leader della Fiom siciliana, Roberto Mastrosimone, che accoglie con soddisfazione e speranza l’annuncio del premier Matteo Renzi della sua prossima visita nell’isola, a Termini Imerese e a Gela, dove le vertenze della Fiat e dell’Eni sono a un punto di svolta.

“La presenza di Renzi è una occasione unica. – dice Mastrosimone - Da lui i lavoratori si aspettano quelle soluzioni attese da anni ma mai concretizzatesi. Tante promesse sono state solo illusioni, siamo certi che il premier verrà in Sicilia per dare certezze”.
Per la Fiom “la scelta dell’Eni a Gela è sbagliata, il gruppo deve mantenere l’impegno per 700 mln di investimenti e rilanciare le raffinerie in Sicilia”. Per quanto riguarda Termini Imerese, Mastrosimone ricorda che “la vertenza Fiat va avanti da 12 anni, è giunto il tempo delle soluzioni concrete: basta annunci”.
“Vogliamo accogliere Renzi davanti ai cancelli della Fiat – afferma il leader della Fiom - È da qui che bisogna fare partire il rilancio dell’industria in Sicilia, siamo certi che il premier si sottrarrà di fronte al tentativo da parte di qualcuno di trasformare la sua visita in una passerella politica”.
restoalsud.it

Termini Imerese, il futuro passa dal Brasile. Così si punta a salvare l'ex impianto Fiat

Il destino della fabbrica siciliana è in mano a un fondo di Rio che vorrebbe produrre una citycar ibrida. Ma le incognite sono molte e i sindacati sono scettici

 di Maurizio Maggi e Gloria Riva - espresso.repubblica.it

 
Dalle sponde del Tirreno alle rive atlantiche di Rio de Janeiro. Se le trattative tra i sindacati, il governo e la Grifa andranno in porto, il nuovo padrone dello stabilimento d’auto di Termini Imerese, in provincia di Palermo, sarà raggiungibile al numero 401 di Rua Visconde de Piraja, Ipanema, a due passi dalle spiagge più famose del mondo.

È qui, infatti, che ha sede Kbo Capital, la società d’investimenti guidata dal banchiere Roland Gerbauld pronta a ricapitalizzare la Grifa, la start up dal nome antico (Gruppo Italiano Fabbriche Automobili) che da settembre 2013 è in pista per rilevare e, si spera, rilanciare il travagliato impianto siciliano ex Fiat.

È ambizioso il progetto della Grifa: cominciare a produrre, tra fine 2015 e inizio 2016, una citycar a motorizzazione ibrida. Nel segmento A, quello della Panda, di vetture ibride ancora non ce ne sono. La più piccola in circolazione è la Yaris Hybrid della Toyota. Secondo la Grifa, la sicilianina dal passaporto carioca dovrà costare meno dell’utilitaria nipponica a doppia alimentazione - attualmente il prezzo di listino della versione economica è di 18.650 euro - in modo da poter essere impiegata pure nel car-sharing. Successivamente, la vettura sarà realizzata anche con la sola alimentazione elettrica e, a regime, dalla fabbrica dovrebbero uscire 35 mila macchine all’anno.
Nei prossimi giorni ci sarà l’aumento di capitale, per salire dagli attuali 25 milioni di euro a quota cento. Gli attuali azionisti italiani (un immobiliarista, un operatore turistico e un produttore di macchinari per l’energia eolica, racconta il portavoce della società) scenderanno all’uno per cento: il resto sarà tutto in mano ai manager di Kbo Capital, tutti banchieri di formazione internazionale, che nel prossimo consiglio d’amministrazione faranno il loro ingresso ufficiale in società, conquistando pure la presidenza.
Anche se il capitale sarà presto straniero, la Grifa seguiterà comunque a parlare italiano. L’attuale amministratore delegato, Augusto Forenza, che ha guidato un’azienda di componenti che forniva la Fiat a Melfi, rimarrà al vertice, così come il capo delle relazioni istituzionali e del personale, Giancarlo Tonelli, ex capo risorse umane di Fiat Auto. Non è l’unico dirigente con un passato torinese a far parte della squadra. Alla regìa tecnica, infatti, ci sono Giuseppe Ragni, già direttore centrale dell’Alfa e condirettore generale di Alenia Aeronautica, e Giovanni Battista Razelli, un passato in Ferrari e poi gran capo del gruppo piemontese in America Latina. Da qui sono nati i rapporti con la finanza brasiliana, sfociati nell’accordo con Kob Capital.

Tutto è comunque legato alla soluzione della matassa sindacale. Alla fine dell’anno scadrà la cassa integrazione per i 769 dipendenti dell’impianto siciliano dove, fino al 2011, si è prodotta la Lancia Ypsilon. Il tempo stringe e se va in fumo anche questa iniziativa sarà praticamente impossibile immaginare un futuro industriale per la sfortunata fabbrica isolana. Anche perché senza accordo non arriveranno, alla Grifa, i prestiti promessi dal ministero dello Sviluppo Economico e dalla Regione Sicilia. Dice Tonelli: «Noi investiremo 350 milioni di euro in tre anni: i cento del capitale e altri 250 grazie ai finanziamenti delle istituzioni, denari che pagheremo un po’ meno di quanto faremmo andando a reperirli sul mercato, e che restituiremo: non si tratta di quattrini pubblici a fondo perduto, ci tengo a precisarlo. Così come dev’essere chiaro che non possiamo farci carico pure degli addetti dell’indotto, come piacerebbe al sindacato», spiega Tonelli.

Dopo l’ultimo incontro (martedì 8 luglio) con la società, peraltro, l’ottimismo da parte dei rappresentanti dei lavoratori sembra essersi raffreddato. Il responsabile del personale, infatti, ha ribadito che la Grifa potrà riassumere circa 400 persone nel giro di 2-3 anni. Ipotesi che non garba troppo a Roberto Mastrosimone, segretario regionale della Fiom-Cgil: «Per ora quelli della Grifa sono solo annunci, non siamo riusciti ad analizzare nel dettaglio il piano industriale. Se al principio pensavamo che dietro al progetto ci fosse Fiat, ora ci chiediamo perché il gruppo torinese dovrebbe regalare gli impianti alla Grifa, mentre tutti i dipendenti vengono licenziati in attesa di una ipotetica riassunzione solo di una parte della forza lavoro». Alla Fiat di Sergio Marchionne, in verità, oggi interessa soprattutto che Termini Imerese esca dal suo perimetro senza traumi sul piano sociale ed effetti negativi per l’immagine.

Al prossimo appuntamento a Roma, alla presenza del governo e pure della Fiat - il 23 luglio - i contorni della faccenda saranno meglio definiti. Meno pessimista appare il sindaco della cittadina, Totò Burrafato, già scottato dal fallimento della “via molisana” per rilanciare l’impianto. Massimo Di Risio, il patron della DR di Isernia, che pure quando gareggiava con le auto da corsa se la cavava bene, nel gran premio della rinascita di Termini s’è fermato ai box prima ancora dello start. «Tutti quelli che si sono avvicinati allo stabilimento di Termini Imerese si sono spiaccicati contro il muro. Ora, forse, questa è la volta buona», si augura il primo cittadino.

Il telaio, il motore termico e le parti meccaniche, dice Tonelli a “l’Espresso”, la Grifa «li comprerà da un costruttore europeo». Tonelli non vuole dire che li acquisterà da un costruttore italiano ma il candidato più probabile, e verrebbe da dire naturale, è proprio Fiat.

Esplicite invece, fin da subito, le intese con la Magneti Marelli, che già fornisce componenti elettrici ed elettronici fuori dal gruppo Fiat. Il presidente della Magneti Marelli, tra l’altro, è Eugenio Razelli, fratello di Giovanni Battista, uno dei potenziali “papà” tecnici delle future Grifa. Lo sviluppo del sistema ibrido, la sfida tecnologicamente più impegnativa, sarà fatto in collaborazione con il Politecnico di Torino e con quello di Palermo.

Bocche cucite sull’argomento design, ma si sa che tra i carrozzieri interpellati c’è anche l’Italdesign di Giorgio Giugiaro. Sul vessillo nazionale del Brasile campeggia la scritta “Ordem e Progresso”, ispirata al motto del filosofo positivista Auguste Comte. I lavoratori di Termini Imerese, il governo e la Fiat incrociano le dita e sperano che il piano della Grifa targata Rio de Janeiro faccia davvero dei progressi.
 

Bisogna incidere con forza sul rilancio dell'area industriale di Termini Imerese

(Adnkronos) - Restano in attesa i lavoratori delle due restanti aziende, Lear e Clerprem, per le quali qualche problema tecnico -giuridico ha richiesto un approfondimento da parte della Regione. Martedì il nuovo tavolo per giungere anche a questo accordo

Via libera alla cassa integrazione in deroga per sei mesi, a partire da gennaio, per i circa 200 lavoratori di quattro delle sei aziende dell'indotto Fiat di Termini Imerese (Palermo): la Bienne Sud, Servizi e sistemi ambientali , Pellegrini e Manital. E' stato firmato, infatti, il verbale di accordo fra Regione , Confindustria, aziende e sindacati. Restano in attesa i lavoratori delle due restanti aziende, Lear e Clerprem, per le quali qualche problema tecnico -giuridico ha richiesto un approfondimento da parte della Regione. Martedì ci sarà il nuovo tavolo per giungere anche a questo accordo.
''E' un primo esito positivo - commentano Ludovico Guercio, segretario Fim Cisl Palermo Trapani, e Giovanni Scavuzzo, segretario provinciale Fim Cisl -. Siamo fiduciosi e presto concluderemo anche l'accordo per gli altri lavoratori dell'indotto, in modo tale da garantire per tutti la giusta tutela''.
Per Mimmo Milazzo, segretario Cisl Palermo Trapani, pur dicendosi "soddisfatto" per l'accordo siglato oggi, sottolinea che "non possiamo limitarci all'ordinaria amministrazione , bisogna dunque incidere con forza sul rilancio dell'area industriale di Termini Imerese". I sindacati, infatti, sono ancora in attesa della convocazione al ministero Sviluppo economico dell'incontro per la riscrittura dell'accordo di programma quadro, e per discutere dei piani industriali delle aziende interessate all'area.

Ex Fiat Termini Imerese, sospeso incontro decisivo a Roma per il malore di un operaio

È stato sospeso a seguito del malore accusato da un lavoratore Rsu Fiom di un'azienda dell'indotto presente alla riunione,il tavolo sullo stabilimento Fiat di Termini Imerese in corso a Roma. Durante il confronto al ministero dello Sviluppo ci sarebbero stati, infatti, momenti di tensione mentre il lavoratore discuteva della situazione dell'indotto. Il lavoratore sarebbe stato soccorso da un'ambulanza arrivata al ministero di Via Veneto.
LA VERTENZA - Quella di oggi doveva essere la giornata della verità, dopo mesi di lotte, illusioni e proteste. Giornata decisiva per i 2.200 operai della Fiat di Termini Imerese e dell’indotto: dall'incontro le ex tute blu aspettavano risposte concrete e immediate, specialmente sui 400 esodati. Del resto il tempo sta per scadere, a fine dicembre gli operai potrebbero non percepire più nemmeno la cassa integrazione se il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, - come assicurato quasi un anno fa - non risolverà la questione degli esodati. Serve in pratica un decreto attuativo che dia il via libera ai lavoratori in uscita e consenta agli operai rimasti di poter ottenere almeno un altro anno di cassa integrazione: una magra consolazione forse, ma assolutamente necessaria, in attesa che arrivi un investitore che sia davvero in grado di avviare un serio processo di reindustrializzazione dell’area, dopo l’uscita di scena della Dr Motor. L’ottimismo è in picchiata, gli operai da tempo ormai sono alle prese con promesse fin qui non mantenute e piani “fantasma”: e in più, nell’incontro avvenuto due settimane fa a Palazzo Chigi tra l’ad Fiat, Sergio Marchionne, e il Governo, non si è fatto cenno alla problematica di Termini. “Ci auguriamo che tra le priorità dei ministri Fornero e Grilli ci sia ancora la salvaguardia del reddito delle decine di ex operai ed operaie dello stabilimento di Termini Imerese”, dice il sindaco della cittadina del Palermitano, Salvatore Burrafato.
ALLARME DEI SINDACATI -Stamane a Roma era giunta una delegazione di operai per protestare in concomitanza con il vertice al ministero. Critici i sindacati: «È allarmante il silenzio attorno a questa vertenza, un disinteresse del governo nazionale e delle istituzioni locali che ci preoccupa - sottolineano Armando Zanotti, segretario provinciale Cisl, e Giovanni Scavuzzo, segretario Fim Cisl Palermo -. Gli operai sono stanchi, non possono vivere più in questo stato d’incertezza». Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, definisce «tuttora irrisolto» il problema dello stabilimento siciliano mentre il Governo «si interessa della questione produttiva di tutti gli altri stabilimenti». «È bene precisare - aggiunge Palombella - che rispettiamo questa prerogativa, ma sono i sindacati che hanno sottoscritto il contratto specifico con l’azienda automobilistica lo scorso dicembre a dover sollecitare il gruppo guidato da Marchionne su cosa fare». Ed uno dei primo effetti è che una delle fabbriche dell’indotto Fiat, la Lear ha avviato le pratiche per il licenziamento di circa 700 operai. 
corrieredelmezzogiorno

Termini imerese dimentica la Fiat: viale Agnelli diventa viale 1 Maggio

Come annunciato stamane a Termini Imerese durante il corteo degli ex operai dello stabilimento Fiat, e' stata rimossa la targa che intitola all'Avvocato, Gianni Agnelli, il viale che porta alla fabbrica chiusa a fine dicembre 2011, per sostituirla con ''Viale Primo Maggio Festa dei Lavoratori''. Alla manifestazione ha aderito il leader della Fiom, Maurizio Landini.
Gli operai sono preoccupati per i ritardi del progetto di riconversione industriale che, con l'insediamento della Dr Motor nell'ex fabbrica del Lingotto, dovrebbe ridare lavoro a duemila persone.

blizquotidiano

Termini Imerese. Operai dell’indotto Fiat senza cassa integrazione

“Gli operai della Bienne Sud, ditta dell'indotto Fiat di Termini Imerese dal primo dicembre non percepiscono la cassa integrazione”. Lo ha denunciato Michele Russo, sindacalista Rsu Fim e operaio della stessa ditta, convocato stamane dalla Commissione Attività produttive dell’Ars, insieme all'amministratore di Invitalia Domenico Arcuri, i sindacati e i sindaci del comprensorio, per discutere del subentro di Dr Motor nello stabilimento prima occupato dalla casa automobilistica torinese.

“Uno dei mie colleghi - ha continuato Russo - ha quattro figli e non riesce a farli mangiare. Mi ha detto che si vuole impiccare per la vergogna e quando lo farà scriverà una lettera con i nomi dei responsabili”.

Dopo Fiat, no delle banche a Dr Motor. Convocato un tavolo ministeriale sulle difficoltà incontrate nel passaggio tra le due case automobilistiche. Arcuri (Invitalia) in commissione Ars: ci sono problemi, ma li risolveremo

Fuori un sit-in delle tute blu, dentro la discussione sul futuro di Termini Imerese. Proprio ieri, nel corso di un’audizione alla terza commissione dell’Ars è stato sentito Domenico Arcuri, ad di Invitalia, per aggiornare lo stato dell’arte sulla situazione di Dr Motor e delle altre quattro imprese che dal 2012 avrebbero dovuto sostituire la Fiat. Complessivamente il giudizio pare positivo, ma appare strano che ancora a marzo la situazione non sia completamente definita, nonostante l’addio di Fiat sia noto da oltre un anno.

L’arrivo promette bene. Prima di entrare a Palazzo dei Normanni Domenico Arcuri annuncia buone nuove rispetto al complessivo assetto finanziario di Dr Motor. “Ci sembrano – ha aggiunto - novità positive”. In audizione è stato più preciso sulle cinque imprese. Lima ha presentato una proposta di proroga di 30 giorni perché ha chiesto di insediarsi nello stabilimento un tempo occupato da Magneti Marelli, area che toccherebbe però a Dr, secondo contratto. Quest’ultima “sta studiando il piano costi-benefici per questa cessione”, ha spiegato Arcuri che è sembrato possibilista sulle modalità di risoluzione. Per Biogen, invece, si terrà un incontro il 26 marzo, in cui sarà coinvolta anche l’Asi, per trovare un sito adatto all’insediamento. Newcoop, infine, non ha chiesto alcuna agevolazione ma solo un sito dove stabilire gli impianti. Il problema risiede nel coordinamento di questi interventi. “Il tentativo di riconversione dello stabilimento di Termini Imerese è unico nel suo genere”, ha proseguito Arcuri, “sia per come è stata comunicata la dismissione ma anche per l’intervento corale degli enti locali coinvolti”.

Anche quando la discussione si concentra su Dr il tema non sembra virare di ottimismo. “Dr ci ha presentato alcune integrazioni – ha sottolineato l’ad dell’advisor del ministero dello Sviluppo economico -  che avevamo chiesto. I tempi della legge ci impongono di attendere ancora qualche settimana”. Altre notizie hanno confortato sindacati e amministrazioni comunali presenti all’audizione. “Invitalia e ministero hanno già sciolto molti nodi e siamo sicuri di risolvere anche le ultime questioni relative a Termini”. Altre novità positive riguardano “la questione dell’aspetto finanziario di Dr”, mentre le attività collaterali “procedono molto più speditamente” con  “i cinque progetti tutti confermati”. Tuttavia non sembrano molto convinti sindacati e amministrazioni che avevo esordito all’incontro chiedendo a gran voce un altro incontro romano.

“Bisogna convocare al più presto un tavolo al ministero del lavoro per discutere della situazione di Dr”. Lo ha chiesto Roberto Mastrosimone, segretario della Fiom di Palermo. “Se anche a fronte delle garanzie della Regione le banche non sono disposte a finanziare il piano di Dr, è evidente che il problema c’è”. Gli ha fatto eco Salvatore Burrafato, sindaco di Termini. Intanto arriva anche l’urlo di disperazione degli operai. Michele Russo, operaio della Bienne sud, azienda dell’indotto della ex Fiat di Termini Imerese, ha rivolto un appello alla responsabilità. “Io con i miei colleghi – ha detto - non percepiamo la cig da tre mesi e siamo disperati”.

Per ottemperare a queste richieste è stato convocato, lo ha reso noto Arcuri, un tavolo ministeriale per discutere delle difficoltà incontrate nel passaggio del testimone tra Fiat e Dr Motor a Termini Imerese.


di Rosario Battiato / qds.it

Per Termini Imerese inizia l'ultima settimana

Per Termini Imerese inizia l’ultima settimana. L’azienda ha infatti comunica la chiusura definitiva della fabbrica per il 24 novembre. Non dimentichiamo che ci lavorano 2.200 operai che andranno in Cig fino al 31 dicembre. L’ultima Lancia Ypsilon uscirà dalle linee di Termini Imerese il 23 novembre. Poi gli operai dello stabilimento siciliano saranno messi in cassa integrazione fino al 31 dicembre, quando è previsto l’addio definitivo del Lingotto della fabbrica. Una chiusura anticipata rispetto alle previsioni, che arriva in un momento cruciale delle trattative per il futuro di Termini Imerese. Pronto a rilevare la fabbrica, la Dr Motor di Massimo Di Risio. Fim e Uilm hanno dato l’ok all’accordo, la Fiom ancora no. Martedì 15 novembre sono rientrati in fabbrica gli operai della Fiat e dell’indotto che sono già in cassa integrazione. La produzione infatti sta andando avanti ancora per pochi giorni, poi lo stop.
Cresce sempre di piu’ quindi l’attesa per una vera e propria intesa. Il piano industriale già presentato dalla Dr Motors prevede di assumere 1.311 dipendenti in un quadriennio sui complessivi 1.600 attualmente impiegati. La riduzione di organico sarebbe messa in atto con prepensionamenti: e proprio gl incentivi per i lavoratori prossimi alla pensione rappresentano ancora, per la Fiom, un nodo da sciogliere. Di Risio, che si dice “molto soddisfatto” degli accordi già raggiunti con gli altri sindacati si è detto “fiducioso” sulla conclusione della trattativa. L’intesa pero’ dovrà essere condivisa da tutti i soggetti coinvolti nella vicenda di Termini Imerese, dal Lingotto fino alla Regione siciliana.


fonte: finanzaok

Fiat: ecco l'accordo per Termini Imerese

Il rilancio della Fiat è partito dal Sud, e più precisamente dalla Sicilia. E' stato infatti firmato nella giornata di giovedì 27 ottobre a Palazzo d'Orleans, sede della Presidenza della Regione siciliana, l'accordo di programma per il rilancio dell'area industriale di Termini Imerese, dove si trova anche lo stabilimento della Fiat al centro delle trattative con il gruppo Dr interessato a rilevare la fabbrica.
L'intesa è stata siglata dall'assessore regionale alle Attività produttive, Marco Venturi, dal Consorzio Asi, dall'Anas, dall'Autorità portuale di Palermo, da Rete Ferroviaria Italiana, dalla società interporti siciliana, dal Consorzio Imera Sviluppo 2010 e da Sosvima Spa.
UN GRANDE PROGETTO. È stata prevista la realizzazione di diverse opere infrastrutturali per un intervento della Regione di circa 150 milioni di euro: il completamento del porto, la costruzione di un interporto, la definizione dell'impianto di distribuzione del gas metano nell'agglomerato industriale di Termini oltre alla realizzazione di varie opere di urbanizzazione primaria con l'installazione di fibre ottiche.
«Oggi è una tappa importante per la Sicilia» ha detto il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo «abbiamo intenzione di realizzare progetti per rendere più attrattiva quest'area. Abbiamo portato avanti così la nostra scommessa di garantire i livelli occupazionali continuando a produrre autovetture e garantendo anche opportunità per il territorio».
Prevista anche l'istituzione di un'unità di coordinamento per la verifica e l'attuazione delle strategie di rilancio, formata dall'assessore Venturi, da un dirigente generale del dipartimento regionale Attività produttive, dall'assessore all'Economia, Gaetano Armao, dal sindaco di Termini Imerese.

All'esame dei cda i risultati del terzo trimestre

Chiusa definitivamente la partita del contratto Chrysler con il 68,8% di voti favorevoli dei lavoratori e con il presidente di Uaw ottimista anche se non completamente d'accordo con Marchionne, l'ad di Fiat porterà con il presidente John Elkann, all'esame dei cda, convocati nel pomeriggio al Lingotto, i risultati del terzo trimestre di Fiat e di Industrial. Per la prima volta i conti della Spa includono il consolidamento di Chrysler per tutto il periodo (nel precedente trimestre era compreso soltanto un mese).
Oltre ai numeri sono attese anche le risposte a Consob che ha chiesto chiarimenti su Fabbrica Italia. Marchionne ha già detto, lunedì scorso, che il piano «non era altro che una dichiarazione d'intenti, a dimostrazione dell'impegno verso il Paese», e che «è impossibile precisare gli investimenti sito per sito».
A Piazza Affari, giovedì 27 ottobre è stata una giornata euforica, così come in tutta Europa e i titoli del Lingotto hanno registrato un'impennata, con un balzo a fine mattinata del 6,66% per Fiat e e del 6,24% per Industrial.

lettera43

TERMINI IMERESE: ARCURI, A SETTEMBRE RIUNIONE CON ROMANI E SINDACATI

(ASCA) - Rimini, 26 ago - ''Ai primi di settembre e' prevista una riunione con il ministro Romani e i sindacati per mettere un punto fermo sulla vicenda Fiat e sulle aziende che si insedieranno a Termini Imerese''. E' quanto ha affermato l'a.d.

di Invitalia Domenico Arcuri, a margine del Meeting di Rimini, sulle sorti dello stabilimento siciliano di cui Invitalia e' advisor per il ministero dello sviluppo economico.

Nella short list dei pretendenti per Termini Imerese figurano sei proposte di cui due riguardano il settore automotive, una della Dr Motor e una della De Tomaso.

did/sam/rob









Omicidio-suicidio, Ornella: «ho sentito mio padre armare la pistola, poi il colpo in fronte»

Migliorano le condizioni di Ornella, la ragazza a cui il padre Agostino Bova ha sparato dopo aver ucciso la madre e prima di togliersi la vita.
L'omicidio-suicidio è accaduto a Termini Imerese.
«Ho sentito mio padre armare la pistola in camera da letto. Poi è arrivato da me. Eravamo faccia a faccia. Ho tentato di disarmarlo, poi il colpo in fronte. Mi sono girata, ho corso lungo il corridoio. È partito il secondo colpo. Dietro l'orecchio. Sono caduta. È stato terribile. Non credevo ai miei occhi». Questo il racconto della ragazza ai medici e alla psicologa dell'ospedale di Palermo, riportato oggi da la Repubblica.
Agostino Bova era stato era stato licenziato un anno e mezzo fa dalla Fiat di Termini Imerese.

edizionioggi

Fiat: Cisl Sicilia cauta su Dr, Termini sia area speciale di crisi

Palermo, 3 ago. - (Adnkronos) - E' cauta la Cisl sul piano industriale che l'azienda molisana Dr Motor ha illustrato nel pomeriggio di ieri alle organizzazioni sindacali, riguardo allo stabilimento di Termini Imerese (Palermo), che Fiat ha annunciato di voler dismettere il prossimo 31 dicembre. La Cisl Sicilia, ha commentato il segretario Maurizio Bernava, "manterra' alta la guardia". Ed insiste affinche' ''si faccia del termitano un'area speciale di crisi in grado di attrarre investimenti anche grazie agli incentivi e alle agevolazioni, che andranno individuati nell'accordo di programma''. ''Ci auguriamo che il piano sia solido e affidabile sia sul fronte industriale che su quello finanziario - ha aggiunto Bernava - perche' non puo' essere Termini a pagare il prezzo dei ritardi accumulati nella riconversione del comprensorio''. Anche Salvatore Picciurro, segretario della Fim Sicilia, e' intervenuto sul progetto Dr che prevede, a regime, 60 mila vetture per quattro modelli e un'occupazione che, entro il 2016, e' previsto arrivi a 1.300 lavoratori. Picciurro, sulla stessa lunghezza d'onda di Bernava, ha affermato che ''il piano di Dr e' interessante ma noi guardiamo i numeri e i numeri, per quanto interessanti, non vanno d'accordo con gli attuali duemila esuberi''. ''Il sindacato - ha insistito - non intende perdere neppure un posto di lavoro, indotto compreso''. Pertanto, il segretario Fim ha rilanciato la proposta avanzata nelle ultime settimane. ''Va da se' che entro il 31 dicembre i piani di riconversione non potranno partire - ha detto -. Dunque, Fiat non puo' andar via da Termini prima che sia concluso il percorso della reindustrializzazione''.
OkNotizie









Fiat, il nodo su Termini Imerese sarà sciolto il sette settembre

Vertice a Roma tra il ministro per lo Sviluppo Paolo Romani, il governatore della Sicilia Raffaele Lombardo e i responsabili di Invitalia sui progetti per l'area della Fiat a Termini Imerese che il Lingotto ha deciso di chiudere a fine anno. Al centro della riunione anche il piano presentato dal gruppo Dr di Massimo Di Risio. «È stato un incontro positivo», dice Lombardo all'Ansa, «i progetti presentati saranno completati durante il mese di agosto, ci rivedremo al ministero il 7 settembre per chiudere gli accordi. Nel frattempo il ministro Romani si è impegnato a definire con la Fiat le modalità per la sua fuoriuscita».

A SETTEMBRE L'ACCORDO - «Ci siamo dati appuntamento il 7 settembre, in mattinata, per un tavolo istituzionale completo per, a mio avviso, prendere una decisione definitiva», ha spiegato il ministro Romani ricordando che le proposte «in gioco» per il rilancio del sito sono sei. Al tavolo del 7 settembre, ha aggiunto il ministro, sarà presente anche «la regione siciliana, Invitalia e sarà invitata anche la Fiat».

SHORTLIST FINALE- Nel corso dell'incontro con il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, l'amministratore generale di Invitalia, l'advisor del ministero, Domenico Arcuri, «Abbiamo preso atto del fatto che ieri », ha evidenziato Romani, «è stata presentata la proposta di Di Risio ai sindacati». Un piano, quello dell'azienda automobilistica molisana Dr Motor, che «mi sembra sia stato apprezzato dai sindacati». Inoltre, ha continuato Romani, «abbiamo dato mandato ad Invitalia di lavorare questo agosto per preparare un piano per Termini». Quindi, ha proseguito il ministro «siamo concentrati per trovare la migliore soluzione possibile». La shortlist finale contiene sei proposte per la reindustrializzazione dell'area industriale di Termini Imerese, di cui due del settore automotive. Si tratta dei progetti di Di Risio e di De Tomaso. Riguardo alla compatibilità dei due piani che riguardano lo stesso comparto, a chi gli chiedeva se ci fosse un problema di compatibilità, Romani ha risposto: «Direi proprio di sì».

Redazione online
corriere.it
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Fiat, da Dr Motor pronti 135 milioni per Termini Imerese

Circa 135 milioni di investimento per produrre, a regime, circa 60 mila vetture con 4 modelli auto di segmento A,B,C e I inglobando una occupazione che nel 2016 potra' arrivare a 1.300 lavoratori a cui si potrebbero aggiungere ulteriori ricadute positive sull'indotto. E' questa la proposta che Dr Motor, l'azienda di auto molisana di Massimo de Risio, ha messo sul tavolo oggi nel corso del confronto con Fim, Fiom, Uilm, Ugl e Fismic al ministero dello Sviluppo economico sulla riconversione
industriale di Termini Imerese. Domani nuovo round, alle 12, cui parteciperanno il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, l'ad di Invitalia, Domenico Arcuri, e il presidente della regione Sicilia, Raffaele Lombardo.



Gli investimenti, per il rilancio del sito siciliano di Termini, che la Fiat dismettera' a fine 2011, sarebbero articolati secondo un piano che prevederebbe che ai 60 milioni iniziali si possano aggiungere anche 75 milioni in R&S. Soddisfatti i sindacati. "A suo vantaggio Dr puo' contare su una capillare rete di vendita e su una notevole flessibilita' organizzativa, anche se la sua idea di affermarsi come secondo produttore italiano e' oggettivamente molto ambiziosa. In ogni caso e' l'unico progetto presentato nell'ambito del settore automotive ad essere credibile, quindi e' doveroso approfondirlo", spiega il segretario nazionale Uilm, Eros Panicali.

Piu' ottimista di giovedi' scorso anche la Fim. "E' stato un incontro positivo perche' tecnicamente il progetto ci sembra concreto e le sue linee definite fino al 2016. Un piano concreto, fattibile, visto che non si puo' scommettere al buio e che puo' rappresentare una risposta a Termini Imerese", spiega il segretario nazionale, Bruno Vitali. E "cauto ottimismo" lo esprime anche l'Ugl. "Finalmnente un produttore di auto interessato al sito di Termini Imerese che mette in campo le sue personali capacita' tecniche ed imprenditoriali e che potrebbe valorizzare il know how dei lavoratori che ora operano in Fiat. Ci auguriamo che il progetto vada in porto", commenta al termine il segretario confederale dell'Ugl, Caterina Ricci.

siciliainformazioni.com

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Il problema dello stabilimento Fiat di Termini Imerese è stato sottoposto, con determinazione e in tutta la sua gravità, all’attenzione del governo sin dall’inizio della vertenza

“Il problema dello stabilimento Fiat di Termini Imerese è stato sottoposto, con determinazione e in tutta la sua gravità, all’attenzione del governo sin dall’inizio della vertenza. Abbiamo presentato interrogazioni e mozioni in Parlamento, raccogliendo le ragioni degli operai e dei sindacati, partecipando a tutti gli incontri presso il Ministero dello Sviluppo economico, promuovedo iniziative per richiamare le responsabilità di tutti. Il governo Berlusconi, purtroppo, non ha mai fatto nulla di quanto era nelle sue possibilità per scongiurare la chiusura dello stabilimento”. Lo dichiara il senatore del Pd Giuseppe Lumia.

“Il governo – spiega Lumia – avrebbe dovuto vincolare l’erogazione degli ecoincentivi al mantenimento dello stabilimento siciliano. Invece ha accettato le decisioni di Marchionne in silenzio”.

“Adesso – conclude l’esponente del Pd – siamo ad una svolta. Ci sono tutte le condizioni per convincere la Fiat a rimanere o incentivare l’arrivo di una nuova azienda in grado di rilanciare la produzione di auto a Termini Imerese. L’importante è che il governo almeno adesso si dia da fare e in fretta”.


Ufficio stampa
Matteo Scirè

La De Tomaso, forte dei nuovi capitali Indiani fa strizzare l'occhio alla Fiat di Termini Imerese

La volontà di rendere il progetto internazionale fa strizzare l'occhio anche a Termini Imerese. In questi ultimi giorni nuovamente sotto i riflettori. Sul futuro della fabbrica Fiat non si sa ancora nulla ed in questo complicato gioco ad incastri potrebbe nuovamente spuntare la De Tomaso, forte dei nuovi capitali Indiani.

Allora incrociate le dita che la partita finale si gioca domani con l'assemblea dei soci.

tratto da blogsfere

Macaluso-De Mita e la Fiat: le intemerate dei due ex dc e pci

Macaluso e De Mita


In tutta onestà non si può dire che ci andassero leggeri nemmeno allora, quando la prima Repubblica ancora non era crollata. Basta rileggere una vecchia intervista che l’ex delfino di Bettino Craxi, l’ex Guardasigilli socialista Claudio Martelli rilasciò a Panorama a dicembre del 1987. «Oggi la Fiat in Italia è una monarchia nella Repubblica. Nessun gruppo industriale in nessuna grande democrazia ha lo stesso potere che la Fiat ha da noi. Il problema è strutturale. Un gruppo economico che acquisisce un tale livello di potenza e di influenza diventa un caso politico».

E si parla della Fiat degli Agnelli, non di quella del «canadese» Sergio Marchionne che guarda l’Italia sempre più da lontano. La Fiat che ancora si muoveva in quel solco tracciato da Vittorio Valletta: «Ciò che è bene per la Fiat è bene per l’Italia». La Fiat che con la politica non solo ci dialogava, ma che ne era parte integrante, come stanno a dimostrare anche le «navicelle» del Parlamento, dove compaiono i tre fratelli Susanna, Umberto e Giovanni Agnelli: la prima parlamentare repubblicana e ministro degli Esteri, il secondo deputato democristiano, il terzo senatore a vita. La Fiat, che un altro socialista, il ministro del Lavoro Rino Formica, definì un giorno (e certamente non per una svista) «controparte padronale», ma sotto sotto era coccolata e corteggiata da tutta la politica. Era o non era la più grande industria italiana? E se Cesare Romiti ha rivendicato con Giampaolo Pansa, che lo intervistava per il libro «Questi anni alla Fiat», di aver imposto durante la sua gestione una «linea di rottura con i poteri pubblici», la casa torinese continuava a essere la principale destinataria di ricchi contributi statali. Come gli oltre 3 mila miliardi di lire per lo stabilimento di Melfi.

Il peggio che potesse capitare in quegli anni erano le scaramucce. Come quello scambio di battute fra Romiti e il ministro del Bilancio Paolo Cirino Pomicino, che gli aveva vibrato una stilettata: «È un po’ nervoso, perché la Fiat va male». E lui, ai giornalisti, ridacchiando: «Vi sembro nervoso» ? O come quell’altro commento di Martelli, in piena bufera di Tangentopoli: «La Fiat non può dire di essere stata vessata dai partiti, è una tesi difficilmente sostenibile». Ma nessuno della cosiddetta prima Repubblica, nemmeno nei momenti più tesi, si sarebbe sognato di minacciare, come ha fatto sabato l’ex presidente del Consiglio Ciriaco De Mita parlando con Antonella Baccaro del Corriere, l’occupazione di una fabbrica. Causa della clamorosa intemerata dell’ottantatreenne ex segretario dc, la decisione della Fiat di chiudere lo stabilimento avellinese della Irisbus, messo in ginocchio dalla mancanza di commesse pubbliche per il trasporto pubblico locale. «I soldi per le quote latte il governo li ha trovati, eccome...», ha ringhiato l’irriducibile Signore di Nusco. Per non parlare del trattamento al vetriolo che ha riservato a Marchionne un altro monumento della politica nostrana.

Ha scritto l’ex parlamentare del Pci Emanuele Macaluso sul Riformista, a proposito della tragica vicenda dell’operaio suicida Agostino Bova, licenziato da Termini Imerese per un «furto» di 55 euro: «In altri momenti Bova sarebbe stato punito con un richiamo, una breve sospensione, non certo con il licenziamento. Ma i sindacati sono deboli, la politica è debole, la cosiddetta società civile è distratta e c’è l’uomo forte Marchionne, che licenzia il povero Bova ma, come abbiamo visto, può ricattare l’Italia». E il governatore siciliano Raffaele Lombardo, che durante la prima Repubblica si è fatto le ossa nella Dc di Calogero Mannino, non ha avuto paura di spingersi rabbiosamente addirittura oltre. Sentite che cosa ha detto, secondo quanto ha riportato l’Ansa: «Quando ci si comporta da farabutti, i lavoratori vengono portati all’esasperazione e si arriva alla disperazione com’è accaduto per l’ex operaio della Fiat che ha ammazzato la moglie e poi si è suicidato». Poi ha proposto di scendere in piazza, occupare i consigli comunali e provinciali e «mettere le tende a Roma». Se la Fiat era una «monarchia nella Repubblica», allora qui siamo alla presa della Bastiglia.

Sergio Rizzo
01 agosto 2011
corriere.it

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Omicidio-suicidio di Termini Imerese di operaio Fiat: oggi i funerali, rabbia dei familiari

Agostino Bova e la moglie Margherita Corallo saranno seppelliti in luoghi diversi. Al Policlinico il dolore dei familiari. Lutto cittadino a Termini Imerese. 

 

di ROMINA MARCECA / palermo.repubblica.it
Si svolgeranno oggi alle 15 nella Chiesa madre di Termini Imerese i funerali di Agostino Bova e della moglie Margherita Corallo, morti per un raptus dell'uomo, un ex operaio Fiat che aveva perso il lavoro da quasi due anni, che ha freddato la moglie e ha ferito la figlia, Ornella, prima di spararsi un colpo di pistola alla tempia. Il sindaco di Termini ha proclamato il lutto cittadino.

Stamattina, nella camera mortuaria del Policlinico, i familiari di Agostino Bova hanno dato l'ultimo saluto alle salme. Alcuni parenti non sono riusciti a contenere la rabbia nei confronti dell'uomo, che a quanto pare sarà seppellito in un luogo diverso da quello della moglie. Ornella non è riuscita a raggiungere i parenti a Palermo: si è sentita male durante il tragitto in auto, e ha preferito tornare indietro.

Le due figlie, tra cui la superstite, in un comunicato ringraziano "quanti si sono uniti al nostro dolore per il sostegno che non ci hanno fatto mancare", specificando che "alla sepoltura si procederà nei prossimi giorni in forma strettamente privata".
(01 agosto 2011)

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Operaio Fiat omicida-suicida Agostino Bova: oggi lutto cittadino a Termini Imerese (Pa)

Il sindaco di Termini Imerese, Salvatore Burrafato, ha proclamato il lutto cittadino oggi, in concomitanza con i funerali Margherita Corallo e di suo marito Agostino Bova, ex operaio della Fiat che l'ha ucciso e si e' poi tolto la vita, in preda alla depressione da due anni dopo essere stato licenziato. Le esequie saranno celebrate nella chiesa di San Nicola in piazza Duomo. (AGI)