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Omicidio-suicidio, Ornella: «ho sentito mio padre armare la pistola, poi il colpo in fronte»

Migliorano le condizioni di Ornella, la ragazza a cui il padre Agostino Bova ha sparato dopo aver ucciso la madre e prima di togliersi la vita.
L'omicidio-suicidio è accaduto a Termini Imerese.
«Ho sentito mio padre armare la pistola in camera da letto. Poi è arrivato da me. Eravamo faccia a faccia. Ho tentato di disarmarlo, poi il colpo in fronte. Mi sono girata, ho corso lungo il corridoio. È partito il secondo colpo. Dietro l'orecchio. Sono caduta. È stato terribile. Non credevo ai miei occhi». Questo il racconto della ragazza ai medici e alla psicologa dell'ospedale di Palermo, riportato oggi da la Repubblica.
Agostino Bova era stato era stato licenziato un anno e mezzo fa dalla Fiat di Termini Imerese.

edizionioggi

Si sono tenuti ieri alle 15 nella Chiesa madre di Termini Imerese i funerali di Agostino Bova e della moglie Margherita Corallo.

Si sono tenuti ieri alle 15 nella Chiesa madre di Termini Imerese i funerali di Agostino Bova e della moglie Margherita Corallo. La tragedia familiare si è consumata pochi giorni fa, quando l'uomo, ex operaio Fiat senza lavoro da un anno, probabilmente a causa della disperazione è stato preso da un raptus che l'ha portato ad uccidere la moglie, a sparare alla figlia trentenne Ornella (che fortunatamente si è salvata) e a togliersi la vita con un colpo di pistola alla tempia.

tratto da corriere.it

Omicidio-suicidio di Termini Imerese di operaio Fiat: oggi i funerali, rabbia dei familiari

Agostino Bova e la moglie Margherita Corallo saranno seppelliti in luoghi diversi. Al Policlinico il dolore dei familiari. Lutto cittadino a Termini Imerese. 

 

di ROMINA MARCECA / palermo.repubblica.it
Si svolgeranno oggi alle 15 nella Chiesa madre di Termini Imerese i funerali di Agostino Bova e della moglie Margherita Corallo, morti per un raptus dell'uomo, un ex operaio Fiat che aveva perso il lavoro da quasi due anni, che ha freddato la moglie e ha ferito la figlia, Ornella, prima di spararsi un colpo di pistola alla tempia. Il sindaco di Termini ha proclamato il lutto cittadino.

Stamattina, nella camera mortuaria del Policlinico, i familiari di Agostino Bova hanno dato l'ultimo saluto alle salme. Alcuni parenti non sono riusciti a contenere la rabbia nei confronti dell'uomo, che a quanto pare sarà seppellito in un luogo diverso da quello della moglie. Ornella non è riuscita a raggiungere i parenti a Palermo: si è sentita male durante il tragitto in auto, e ha preferito tornare indietro.

Le due figlie, tra cui la superstite, in un comunicato ringraziano "quanti si sono uniti al nostro dolore per il sostegno che non ci hanno fatto mancare", specificando che "alla sepoltura si procederà nei prossimi giorni in forma strettamente privata".
(01 agosto 2011)

OkNotizie









Operaio Fiat omicida-suicida Agostino Bova: oggi lutto cittadino a Termini Imerese (Pa)

Il sindaco di Termini Imerese, Salvatore Burrafato, ha proclamato il lutto cittadino oggi, in concomitanza con i funerali Margherita Corallo e di suo marito Agostino Bova, ex operaio della Fiat che l'ha ucciso e si e' poi tolto la vita, in preda alla depressione da due anni dopo essere stato licenziato. Le esequie saranno celebrate nella chiesa di San Nicola in piazza Duomo. (AGI)

Agostino Bova l'operaio Fiat di Termini Imerese che s’uccide per 55 euro

Venerdì scorso sulla prima pagina del Corriere della Sera, come in tutti gli altri quotidiani, ballavano milioni di tangenti, vere o presunte, pagate a destra e a manca. Fiumi di denaro.
Nelle pagine economiche c’era la notizia che Marchionne rifà la squadra per Fiat-Chrysler con 22 manager, di cui si fanno nomi e cognomi ma non un cenno sui loro emolumenti. A pagina 20 due notizie e due servizi appaiati. A sinistra il titolo recita: «Costi lievitati di 15 milioni, nove indagati all’Aquila per i lavori della Questura». Non risparmiano nemmeno la sede della polizia! A destra il titolo dice: «Uccide la moglie e si spara. Era stato licenziato per un furto di 55 euro». Il fatto si è verificato a Termini Imerese, l’operaio, si chiamava Agostino Bova e ha tentato di uccidere anche la figlia, rimasta ferita alla testa.
Bova aveva 56 anni era un operaio Fiat e la sua vita era quella di un lavoratore siciliano che finalmente aveva un’occupazione considerata stabile. Invece Agostino aveva perduto il lavoro circa un anno e mezzo fa per un provvedimento disciplinare.
Nella Fiat di Marchionne non si transige. L’operaio era stato accusato di avere usato il badge di un collega per scaricare buoni pasto: un “furto” valutato in 55 euro. Era stato condannato al licenziamento, alla disoccupazione, all’umiliazione di essere considerato un ladro.
In altri momenti Bova sarebbe stato punito con un richiamo, una breve sospensione, non certo con il licenziamento. Ma a Termini Imerese la Fiat c’è e non c’è; e si discute quale sarà la sorte di tutti i lavoratori. I sindacati sono deboli, la politica è debole, la cosiddetta società civile è distratta, e c’è l’uomo forte, Marchionne, che licenzia il povero Bova, ma, come abbiamo visto, può ricattare l’Italia.
Cosa è diventato questo paese dove il “furto” di 55 euro è punito con la vita (di questo si tratta per chi si trova nelle condizioni di Bova) e contemporaneamente si approva una legge per fare prescrivere i reati dei grandi profittatori che affittano avvocati di grido pagati con milioni di euro? L’operaio Bova in un paese di Sicilia era invece solo, macchiato dal “furto” di 55 euro non prescrivibile. Vergogna.

di Emanuele Macaluso - ilriformista.it

Il drammatico racconto della figlia dell'operaio Agostino Bova omicida-suicida di Termini Imerese

di ROMINA MARCECA e GIUSI SPICA
"Ho sentito mio padre armare la pistola in camera da letto. Poi è arrivato da me. Eravamo faccia a faccia. Ho tentato di disarmarlo, poi il colpo in fronte. Mi sono girata, ho corso lungo il corridoio. È partito il secondo colpo. Dietro l'orecchio. Sono caduta. È stato terribile. Non credevo ai miei occhi". A meno di 24 ore dalla tragedia, Ornella mette in fila, confusamente, i frame del film dell'orrore di cui è stata protagonista. Lo fa a più riprese, davanti ai medici e alla psicologa che l'hanno assistita per una notte intera in una stanzetta d'isolamento del pronto soccorso dell'ospedale Civico.

Un racconto disarticolato e pieno di buchi, fatto anche davanti alla polizia, che ricostruisce quegli attimi di follia che hanno spinto il padre, Agostino Bova, 56 anni, ex operaio della Fiat, a impugnare la pistola per sterminare la sua famiglia e darsi la morte subito dopo. Quella calibro 6,35, adesso, è al centro delle indagini della polizia e del sostituto procuratore Giacomo Urbano: l'arma è risultata rubata. E con molta probabilità Bova l'ha acquistata al mercato nero. Ieri in commissariato sono stati sentiti anche su questo punto la figlia Valentina, i vicini e i conoscenti di Bova.

Un tassello, in questa tragedia, che rafforza l'ipotesi della premeditazione da parte dell'ex operaio della Fiat. In casa, infatti, Bova aveva altre due armi, una calibro 22 e un fucile calibro 12, regolarmente detenute. Forse ha acquistato un'arma più potente per non rischiare di fallire i suoi obiettivi. Secondo una prima ricostruzione, Ornella si sarebbe salvata proprio grazie alla mira poco precisa del padre, per via delle due dita mancanti nella mano destra.

Quando ieri mattina Ornella si è svegliata, dopo una notte passata in barella, a tenerle la mano c'era il fidanzato Marzio Favognano. È stato lui il primo a sapere dell'accaduto: Ornella lo ha chiamato al cellulare per lanciare l'allarme. In mattinata il ragazzo si è dovuto allontanare per essere interrogato dagli investigatori. A dargli il cambio, un cordone di zii e cugini pronti a fare da scudo contro intrusi e cronisti. "La bambina - diceva una zia materna, occhi lucidi e voce rotta - non sa ancora che la madre, mia sorella minore, non ce l'ha fatta. Le abbiamo detto che è gravissima, stiamo tentando di prepararla gradualmente al trauma e non vogliamo che lo sappia dalla stampa".

Del suicidio del padre, invece, Ornella sapeva già: "È rimasta impassibile", si fanno sfuggire i familiari. Di quel padre, uomo taciturno e riservato, Ornella ricorda lo sguardo folle che ha scorto nella concitazione di quegli attimi incredibili. Anzi, sono proprio quegli occhi l'immagine più vivida, quella che Ornella descrive con maggiore lucidità. Rabbrividendo.

Ad accompagnarla lungo il sentiero dei ricordi, una psicologa volontaria e i parenti della madre: "Niente interviste - ripetono - ha bisogno di elaborare il lutto". Alle dieci i medici di guardia in pronto soccorso la visitano. Ornella racconta di un fastidio all'udito: uno dei colpi, il secondo, l'ha ferita di striscio proprio dietro l'orecchio. Scortata da un portantino, la ragazza viene trasferita al reparto di audiologia. Durante la spola da un reparto all'altro, parla al cellulare con amici e parenti. Li rassicura. Ed è sempre lei che, alle 13, chiede ai medici di dimetterla con qualche ora di anticipo rispetto al previsto: "Voglio tornare a casa".

Prima di uscire dall'ambiente protetto dell'ospedale, però, deve sapere la verità. Sostenuta dalla sorella minore, Valentina, 26 anni, e dalla psicologa, Ornella apprende della morte della madre. Ancora in pigiama, attraversa i corridoi dell'ospedale ed esce dal retro del pronto soccorso. Monta su un'utilitaria rossa guidata da uno zio e sparisce dietro il finestrino.

A Termini Imerese, un paese ancora attonito, ci sono i familiari ad attenderla. In via Navarra 6, un condominio all'interno di una cooperativa, teatro della tragedia, l'eco di quegli spari è ancora difficile da dimenticare. Gli inquilini si informano sui funerali. Ma è ancora presto per piangere le vittime. Oggi ci sarà l'autopsia nel reparto di Medicina legale del Policlinico. "Ho sentito tre, quattro, e poi ancora spari - racconta la signora Indovina, che abita al quarto piano dello stabile beige - Stanotte non abbiamo dormito. Ho una bambina piccola ancora sotto choc".

A vedere la ferita in fronte a Ornella è stata per prima Anna Venticinque. Abita sullo stesso pianerottolo dei Bova, al terzo piano: "Non ho sentito gli spari, ma le urla disperate di Ornella e poi quelle della cugina Ivana e del marito Dario. Anche loro abitano nello stesso stabile". Ivana Mercurio ha cercato di soccorrere la cugina, ma in preda al panico è riuscita solo a dire: "Anna ti prego chiedi aiuto". Dario piangendo ha esclamato: "È successo un macello".

palermorepubblica.it

Agostino Bova: operaio Fiat uccide e si uccide. Alcune ipotesi



Era depresso e si sentiva profondamente umiliato per un licenziamento che riteneva ingiusto. In più a 56 anni non sapeva più cosa inventarsi per trovare un altro lavoro e tirare avanti con la famiglia. Potrebbe esserci tutto ciò dietro al gesto di un ex operaio della Fiat di Termini Imerese, Agostino Bova, che ieri ha ucciso la moglie Margherita Carollo, ha sparato alla figlia Ornella e poi si è suicidato. L’uomo aveva perduto il lavoro circa un anno e mezzo fa per un provvedimento disciplinare. Era stato accusato di aver usato il badge di un collega per scaricare buoni pasto, secondo i sindacati un «furto» di 55 euro. «Futili motivi — attacca il sindaco di Termini Salvatore Burrafato — che in altri tempi avrebbero comportato solo un richiamo. Ma la grande Fiat sa anche usare il pugno forte» . Anche gli ex colleghi e gli amici parlano di «una sanzione esagerata che lo aveva ridotto sul lastrico. Era profondamente depresso e in più doveva fare i conti anche con la depressione della moglie» . Se ci sia realmente questo dietro il suo gesto potrà rivelarlo forse la figlia Ornella, 30 anni, unica superstite del raptus di follia che si è consumato in una palazzina popolare vicino alla stazione ferroviaria. Dopo aver ucciso la moglie, Bova ha sparato alla figlia alla testa e credendola morta si è suicidato. Ma il colpo di pistola le ha trapassato il cranio senza fare danni: la tac ha escluso lesioni. E nonostante fosse ferita Ornella è riuscita a dare l’allarme chiamando al telefono il fidanzato. La notizia della tragedia famigliare di Bova ha raggiunto la delegazione dei sindacati Fiat mentre a Roma incontravano i vertici dell’azienda. Tutti parlano di «tragedia frutto della disperazione» . Duro anche il governatore Lombardo: «Quando ci si comporta da farabutti, i lavoratori vengono portati all’esasperazione e si arriva alla disperazione» .

calcioa.it

“Lo avevano licenziato un anno e mezzo fa alla Fiat… questo è Marchionne”, si sfoga una donna, parlando di Agostino Bova

“Sta bene”, dicono i medici. Ornella Bova, 31 anni, è stata colpita da un proiettile sparato dal padre, che l’ha rincorsa lungo il corridoio della loro abitazione. Poi l’uomo, Agostino Bova ha ucciso la moglie Margherita Carollo di 51 anni. E infine si è suicidato. È successo nei pressi della stazione di Termini Imerese, nella casa dove i Bova vivono e da dove Ornella è stata trasportata in elisoccorso fino a Palermo. Il risultati della Tac sono negativi, la ragazza non ha subito lesioni cerebrali. Ornella parla con i suoi familiari in una sala del pronto soccorso, poi entrano i medici e uno psicologo: è ancora sotto shock.
“Non sappiamo neanche come dirle cosa è successo a sua madre e a suo padre”, taglia corto un suo collega, studente come lei di Scienze del Turismo, all’università. “Il proiettile ha colpito Ornella alla testa ma solo di striscio”, spiega Marzio, il suo ragazzo, che chiede ai cronisti notizie di Agostino Bovo. Vuole sapere se è ancora vivo. Marzio addosso ha ancora la cravatta, doveva andare insieme a lei ad un matrimonio questa sera.
“E’ una ragazza deliziosa”, dice il padre di Marzio, che non conosceva i suoi genitori e che ha visto Ornella solo un paio di volte. L’omicida, di 56 anni, era un ex-operaio: “Lo avevano licenziato un anno e mezzo fa alla Fiat… questo è Marchionne”,  si sfoga una donna, parlando di Agostino Bova. Accanto a lei la sorella di Margherita, la moglie, dice che “probabilmente era in depressione. É stato licenziato, si, ma aveva trovato qualche lavoretto”. Poi chiede di non parlare più.  Ha appena la forza di sussurrare: “In questo momento vorrei spaccare tutto”.

livesicilia.it

La classe operaia al suicidio. Termini Imerese: licenziato da Fiat, fa una strage in famiglia

Da un anno e mezzo era a casa, senza lavoro. Silurato dalla Fiat per motivi disciplinari. Attanagliato dai problemi economici, braccato dalla depressione galoppante. Così il 28 luglio il gesto estremo: un ex operaio dello stabilimento di Termini Imerese si è arreso alla disperazione che da mesi aveva sconvolto la sua vita e ha deciso di stravolgere quella della sua famiglia: ha ammazzato la moglie, e sparato alla figlia, unica sopravvissuta, e poi si è suicidato.
PICCOLI LAVORETTI. Agostino Bova, disoccupato di 56 anni, viveva nel dramma: da tempo si arrangiava facendo piccoli lavoretti come il pescatore e il restauratore di mobili, hanno spiegato gli investigatori. Ma non bastavano.
La moglie Margherita Carollo aveva 51 anni. La figlia Ornella, trentenne, è stata trasportata a Palermo con l'elisoccorso.
La polizia sta cercando di accertare se l'arma usata fosse regolarmente detenuta e sta interrogando i vicini di casa della famiglia. L'inchiesta è coordinata dal pm Giacomo Urbano.

La ricostruzione: il primo colpo, l'inseguimento in corridoio, la pistola contro se stesso

Lo stabilimento Fiat di Termini Imerese (Getty).
 
La famiglia viveva nella zona della stazione di Termini, in via Navarra. Secondo le prime ricostruzioni l'uomo, incensurato, ha sparato alla moglie, poi ha inseguito nel corridoio la figlia, che ha cercato di fuggire, e ha aperto il fuoco.
Infine si è puntato la pistola addosso e ha scritto la parola fine. La moglie è morta subito; Bova poco dopo.
VICINI ALLARMATI. La figlia Ornella, colpita alla testa, è riuscita a scappare in strada dove è stata soccorsa da una pattuglia della polizia nel frattempo chiamata dai vicini che avevano sentito i colpi di pistola.
Portata al pronto soccorso del Civico di Palermo, è stata sottoposta a una tac al cranio e non sembra abbia subito lesioni cerebrali. Il proiettile non avrebbe trapassato la scatola cranica, la ragazza è vigile.

Il sindaco: «Cacciato per futili motivi, la grande Fiat sa anche usare il pugno forte»

Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat.
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L'eco dell'omicidio-suicidio è arrivata anche al ministero per lo Sviluppo, dove era in corso una riunione tra i dirigenti della Fiat, i sindacati e rappresentanti delle istituzioni locali per discutere proprio del futuro dello stabilimento di Termini Imerese, che l'azienda automobilistica ha deciso di chiudere a fine anno.
INFORMATI DAL SINDACO. È stato il sindaco di Termini Imerese Salvatore Burrafato, presente all'incontro di Roma, a informare i dirigenti di Fiat e i funzionari del ministero del gesto compiuto dall'ex operaio.
«ERA SUL LASTRICO». Poi ha attaccato duramente: «Agostino aveva enormi problemi. Era stato licenziato per un futile motivo che in altri tempi avrebbe comportato solo un richiamo. Ma la grande Fiat sa anche usare il pugno forte. Da mesi era depresso, era sul lastrico, la moglie non lavorava e aveva difficoltà sempre maggiori».

Il governatore della Sicilia Lombardo: «Esasperazione ai massimi livelli»

Il presidente della Regione siciliana e leader del Mpa, Raffaele Lombardo.
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Il governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo, ha commentato amaro: «Il nostro governo è stato sempre a fianco dei lavoratori. Siamo stati raggiunti da questa triste notizia. L'esasperazione ha raggiunto il massimo livello, serve una mobilitazione seria e decisa perché il governo non rinvii più le scelte per il futuro di Fiat».
«FATTA LA NOSTRA PARTE». Lombardo ha detto: «Noi abbiamo fatto la nostra parte, rendendo più appetibile l'insediamento con centinaia di milioni di investimenti».
Giovedì, 28 Luglio 2011

lettera43

Termini Imerese: follia di un ex operaio spara a moglie e figlia e poi si uccide

Un uomo ha ammazzato la moglie e sparato alla figlia e si è suicidato. Il drammatico fatto è accaduto a Termini Imerese. L’uomo si chiamava Agostino Bova, 56 anni, la moglie Margherita Carollo, 51 anni. La figlia Ornella, 30 anni, è stata trasportata a Palermo con l’elisoccorso. L’uomo era un ex operaio della Fiat.
La famiglia viveva nella zona della stazione di Termini Imerese, in via Navarra. Secondo le prime ricostruzioni l’uomo, che sarebbe stato incensurato, ha sparato alla moglie, poi ha inseguito nel corridoio la figlia, che ha cercato di fuggire, e infine si è puntato la pistola addosso e ha fatto fuoco. La moglie è morta subito; Bova poco dopo.
Era stato licenziato un anno e mezzo fa dalla Fiat di Termini Imerese Agostino Bova, l’uomo che oggi ha ucciso la moglie e ferito la figlia di 30 anni. Secondo indiscrezioni si sarebbe trattato di un licenziamento disciplinare. La figlia, Ornella, che in un primo momento sembrava in fin di vita, è al pronto soccorso del Civico di Palermo. E’ stata sottoposta a una tac al cranio e non sembra abbia subito lesioni cerebrali. Il proiettile non avrebbe trapassato la scatola cranica. Ornella Bova è vigile.

livesicilia.it

Tragedia familiare a Termini Imerese, spara a moglie e figlia poi si suicida

L'uomo si chiamava Agostino Bova, 56 anni, mentre la moglie Margherita Carollo. Non si conoscono al momento le ragioni alla base del tragico gesto. Sul posto in via Navarra, ci sono gli uomini del commissariato per i primi accertamenti e per ascoltare familiari e vicini di casa. La figlia della coppia, Ornella Bova, 29 anni, e' stata trasferita in elisoccorso a Palermo. Le sue condizioni sono disperate.

adnkronos

Un ex operaio della Fiat di Termini Imerese Agostino Bova è rientrato a casa, ha sparato alla moglie di 53 anni, uccidendola sul colpo. Ricoverata in gravi condizioni la figlia di 30 anni, rimasta ferita

TERMINI IMERESE (PALERMO) - Omicidio-suicidio a Termini Imerese, nel Palermitano. Un uomo di 56 anni, ex operaio della Fiat, ha sparato alla moglie, 53enne, uccidendola sul colpo, e alla figlia, 30 anni, rimasta gravemente ferita. Poi si è a sua volta puntato contro l'arma togliendosi la vita. La sparatoria è avvenuta nell'abitazione in cui i tre vivevano in via Navarra. La notizia è stata riferita da Roberto Mastrosimone, sindacalista della Fiat.

L'OMICIDA. A sparare è stato Agostino Bova. L'uomo era stato licenziato un anno e mezzo fa dalla Fiat di Termini Imerese. Secondo indiscrezioni si sarebbe trattato di un licenziamento disciplinare.

LA GIOVANE FERITA.
La figlia, Ornella, che in un primo momento sembrava in fin di vita, è stata portata in elicottero al pronto soccorso del Civico di Palermo. La giovane è stata sottoposta a una tac al cranio e non sembra abbia subito lesioni cerebrali. Il proiettile non avrebbe trapassato la scatola cranica.

tg1rai

Termini Imerese, operaio uccide la moglie e spara alla figlia

Palermo, 28 lug. (TMNews) - Un ex operaio dello stabilimento Fiat di Termini Imerese, dopo essere rientrato a casa, ha sparato alla moglie e alla figlia, e quindi ha rivolto l'arma contro di sè. La moglie è morta sul colpo, lui e la figlia versano in gravi condizioni. La notizia è stata confermata da Roberto Mastrosimone, sindacalista della Fiat.

Licenziato da Fiat uccide moglie, ferisce figlia e si suicida

 Un ex operaio licenziato dalla Fiat un anno e mezzo fa ha ammazzato la moglie e sparato in testa alla figlia, che e' rimasta ferita, e si e' suicidato. Il drammatico episodio e' avvenuto a Termini Imerese.
L'uomo si chiama Agostino Bova, 56 anni, la moglie Margherita Carollo, 51 anni. La figlia Ornella, 30 anni, non avrebbe subito danni cerebrali. (ANSA).

La tragedia di Agostino Bova. La tragedia della Fiat. Si ferma la produzione a Termini Imerese.

Gli operai hanno deciso di incrociare le braccia dopo avere appreso telefonicamente dalla delegazione sindacale di Fim Fiom e Uilm che ha partecipato una riunione al ministero per lo Sviluppo che non ci sarebbero novità positive riguardo il futuro dello stabilimento. E a Roma è arrivata la notizia dell’omicidio suicidio. Salvatore Burrafato, sindaco di Termini, è sconvolto. Ma accetta di scambiare qualche battuta con Livesicilia.
Sindaco, qual è la prima reazione.
“Siamo sconvolti, distrutti. Questa tragedia è figlia di una scelta drastica. Una famiglia inghiottita da un dramma imprevisto e complessivo”.
Perchè l’operaio Bova era stato licenziato?
“Nel clima che si vive alla Fiat di Termini ci può scappare l’esasperazione”.
Ci sono scappati i morti, purtroppo.
“Non voglio dire che ci sia un legame diretto. Ma è un episodio tremendo indicativo del disagio dell’intera comunità”.
Lei che farà?
“Ci penserò. Sono distrutto”.

Uccide la moglie e si spara Dramma a Termini Imerese

Problemi economici e depressione avrebbero fatto scatatre la scintilla che ha portato al folle gesto
TERMINI IMERESE. Una tragedia divampata per la disperazione con alla base problemi economici e depressione causata dalla perdita del posto di lavoro: sarebbero queste le ragioni scatenanti del dramma familiare verificatosi oggi a Termini Imerese, dove Agostino Bova, un ex operaio licenziato un anno e mezzo fa dalla Fiat, ha ucciso la moglie, sparandole, ferito la figlia e poi si è ammazzato. L'uomo da tempo si arrangiava facendo piccoli lavoretti come il pescatore e il restauratore di mobili, dicono gli investigatori. La figlia, Ornella, colpita alla testa è riuscita a scappare in strada dove è stata soccorsa da una pattuglia della polizia nel frattempo chiamata dai vicini che avevano sentito i colpi di pistola. La polizia sta cercando di accertare, tra l'altro, se l'arma usata fosse regolarmente detenuta.

gds.it

A Termini Imerese Agostino Bova probabilmente per depressione e disperazione causate dalla perdita del posto di lavoro alla Fiat commette omicidio-suicidio

Depressione e disperazione causate dalla perdita
del posto di lavoro. Queste le ragioni che probabilmente hanno condotto al dramma familiare di Termini Imerese. Era stato licenziato un anno e mezzo fa dalla Fiat Agostino Bova, l'uomo che oggi ha ucciso la moglie e ferito la figlia di 30 anni. Secondo indiscrezioni si sarebbe trattato di un licenziamento disciplinare. L'uomo da tempo si arrangiava facendo piccoli lavoretti come il pescatore e il restauratore di mobili.

La figlia, Ornella, colpita alla testa è riuscita a scappare in strada dove è stata soccorsa da una pattuglia della polizia nel frattempo chiamata dai vicini che avevano sentito i colpi di pistola. La ragazza è ora ricoverata al pronto soccorso del Civico di Palermo. È stata sottoposta a una tac al cranio e non sembra abbia subito lesioni cerebrali. Il proiettile fortunatamente non avrebbe trapassato la scatola cranica.


Uccide moglie, ferisce figlia e poi si suicida


L'ex operaio aveva 56 anni, la moglie Margherita Carollo, 51.La famiglia viveva nella zona della stazione di Termini Imerese, in via Navarra. Secondo le prime ricostruzioni l'uomo ha sparato alla moglie, poi ha inseguito nel corridoio la figlia, che è riuscita a fuggire, e infine si è puntato la pistola contro e ha fatto fuoco. La moglie è morta subito, Bova poco dopo.

Val. Cat.
28 luglio 2011
corriere.it









fonte: italpress

Omicidio-suicidio a Termini Imerese: Agostino Bova uccide la moglie e spara alla figlia e poi si toglie la viita

Uccide la moglie, colpisce la figlia e poi si ammazza. E' accaduto a Termini Imerese. L'uomo, un operaio, era stato licenziato un anno e mezzo fa, per motivi disciplinari, dalla Fiat

foto LaPresse
17:18 - Tragedia familiare a Termini Imerese nel Palermitano. Un uomo di 56 anni ha sparato contro moglie e figlia dopo un litigio per futili motivi. Poi si è tolto la vita. La donna è morta sul colpo. La ragazza, 30 anni, è stata trasportata d'urgenza all'ospedale di Palermo: le sue condizioni sono disperate.
L'uomo si chiamava Agostino Bova, 56 anni, ed era un operaio della Fiat di Termini Imerese licenziato un anno e mezzo fa per motivi disciplinari. La moglie invece si chiamava Margherita Carollo, 51 anni, e la figlia, che versa in gravissime condizioni al pronto soccorso del Civico di Palermo, Ornella, 30 anni.

Secondo le prime ricostruzioni l'uomo, che sarebbe incensurato, ha sparato alla moglie, poi ha inseguito nel corridoio la figlia, che ha cercato di fuggire, e infine si è puntato la pistola addosso e ha fatto fuoco. La moglie è morta subito; Bova poco dopo. La figlia è stata sottoposta a una tac al cranio e non sembra abbia subito lesioni cerebrali: il proiettile non ha trapassato la scatola cranica.
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