In stato di degrado il ponte settecentesco a Termini Imerese

Il settecentesco ponte sul fiume San Leonardo, maestosa architettura che si trova a Termini Imerese, in provincia di Palermo, è in uno stato di totale abbandono e di degrado.

A denunciarlo l’associazione Siciliantica che ha scritto una lettera al sindaco della cittadina e alla Soprintendenza ai beni culturali e ambientali di Palermo.

”Nonostante il monumentale ponte, alcuni anni fa sia stato sottoposto, da parte della Soprintendenza ai beni culturali di Palermo, ad un pregevole intervento di restauro conservativo – scrive nella lettera Alfonso Lo Cascio, della presidenza regionale di SiciliAntica – una assoluta mancanza di manutenzione e l’assenza di costanti lavori di pulitura ha trascinato nel degrado la superba opera architettonica”.

“Larghe crepe – aggiunge - si sono aperte nella zona dove la struttura stessa si collega al piano di campagna e che rischia, in un eventuale cedimento, di trascinare parte della lunga rampa laterale. Ulteriore preoccupazione destano inoltre alcuni elementi dell’arcata centrale che mostrano iniziali segni di distacco e che andrebbero attenzionati con grande cura”.

L’Associazione chiede “un immediato intervento” al fine di bloccare lo stato di degrado ed evitare il crollo di parte del monumento che “giorno dopo giorno appare sempre piu’ probabile”.

Il Ponte sul fiume S. Leonardo fu edificato nel 1721 sotto il regno di Carlo VI d’Asburgo dall’architetto regio Agatino Daidone.

Il ponte in pietra arenaria ebbe principalmente lo scopo di rendere la struttura sicura nei confronti delle esondazioni del fiume. Per due secoli la costruzione settecentesca ha assicurato il collegamento carrabile con Palermo. Nella prima metà del Novecento fu inserito da una rivista tra i dodici ponti più belli del mondo.
blogsicilia









TERMINI IMERESE: ARCURI, A SETTEMBRE RIUNIONE CON ROMANI E SINDACATI

(ASCA) - Rimini, 26 ago - ''Ai primi di settembre e' prevista una riunione con il ministro Romani e i sindacati per mettere un punto fermo sulla vicenda Fiat e sulle aziende che si insedieranno a Termini Imerese''. E' quanto ha affermato l'a.d.

di Invitalia Domenico Arcuri, a margine del Meeting di Rimini, sulle sorti dello stabilimento siciliano di cui Invitalia e' advisor per il ministero dello sviluppo economico.

Nella short list dei pretendenti per Termini Imerese figurano sei proposte di cui due riguardano il settore automotive, una della Dr Motor e una della De Tomaso.

did/sam/rob









Termini Imerese, perde il controllo della moto: morto un giovane operaio

Nella notte tra giovedì e venerdì ha perso la vita Giuseppe Saso, 26 anni, termitano. Era alla guida una Yamaha 500 immatricolata da soli quindici giorni


FRANCESCA GIUNTA E MARIA GRAZIA D'AGOSTINO

TERMINI IMERESE. Un volo con la moto di circa diciannove metri e poi l’impatto con un’auto regolarmente parcheggiata in viale Unità d’Italia, zona stazione, a Termini. Così è morto nella notte tra giovedì e venerdì, in un tragico incidente stradale, Giuseppe Saso, 26 anni, termitano.
Il giovane era alla guida della sua nuova moto, una Yamaha 500 immatricolata da soli quindici giorni, quando ha perso il controllo del veicolo e si è schiantato su un paletto in cemento che delimita la ringhiera di viale Unità d’Italia (a Termini bassa). Potrebbero essere diverse le cause che hanno fatto perdere il controllo della moto al ventiseienne: dall’alta velocità alla stanchezza dopo il banchetto nuziale dal quale si stava ritirando. Giuseppe, infatti, era di ritorno da un locale situato lungo la strada statale, in direzione Cerda, dove si erano da poco conclusi i festeggiamenti del matrimonio cui lui e la sua famiglia erano stati invitati. Una festa che, per la famiglia Saso, è purtroppo finita nel più tragico dei modi.
Sul posto è subito intervenuta una pattuglia dei vigili urbani avvisata da una volante del commissariato di polizia cittadino che si trovava a passare da quella zona. Gli agenti della sezione infortunistica del comando di polizia municipale, addetti a fare i rilievi nei sinistri stradali, hanno eseguito tutti gli accertamenti del caso cercando di risalire alla dinamica dell’incidente.
In base a quanto ricostruito, Giuseppe Saso proveniva da Cerda e, oltrepassata piazza Europa (o piazza stazione), avrebbe perso il controllo della moto, andando a sbattere su un primo pilastro della ringhiera che delimita, da un lato, viale Unità d’Italia (l’altro lato è delimitato da una serie di alberi). Qui, il ventiseienne si sarebbe staccato dalla moto andando a sbattere il ginocchio su un altro pilastro in cemento e, poi, facendo un volo lungo 19 metri. Il giovane ha quindi sbattuto la testa e la spalla destra sul lato anteriore sinistro di una Fiat Panda, di colore grigio, posteggiata lungo la via sottostante viale Unità d’Italia. Una strada chiusa e più bassa di qualche metro rispetto al viale.
L’impatto è stato violento. Inutile la corsa in ospedale, il ventiseienne è morto in ambulanza. La moto, completamente distrutta, aveva intanto continuato la sua corsa da sola per circa una sessantina di metri. Sul posto, poco dopo, sono arrivati anche i familiari, che in auto seguivano a distanza Giuseppe ma che non avrebbero assistito alla dinamica dell’incidente.
Il giovane lavorava come operaio e viveva in casa insieme ad altre sei persone in contrada Danigarci (tra Termini Imerese e Trabia). Il padre, Salvatore, fa il venditore ambulante.

gds

Palermo, dà fuoco alla madre in casa di riposo: la donna muore

Un rancore nutrito per anni: sarebbe il motivo che ha spinto un uomo di 61 anni a dar fuoco alla madre di 87, ospite in una casa d'accoglienza di Caccamo, in provincia di Palermo, e a ucciderla. Salvatore Muriella è entrato nella struttura di due piani da una finestra e, raggiunta la stanza dove dormiva l'anziana, Rosa Gallitano, ha dato fuoco al letto con la benzina. Le fiamme hanno innescato un'esplosione che ha investito l'uomo e altre due persone, rimaste lievemente ferite. Dopo Muriella è scappato, ma è stato trovato dai carabinieri nella sua casa, fermato e trasferito all'ospedale di Palermo. All'origine del gesto l'odio nei confronti della madre: il sindaco di Caccamo Delio Capitano racconta che c'erano stati violenti scontri tra i due.Nell'edificio, dichiarato inagibile, sono intervenuti i vigili del fuoco. L'inchiesta è coordinata dalla Procura di Termini Imerese.

tmnews

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RossoNoemi Tour: oggi 6 agosto a Termini Imerese in Piazza Duomo

Concerti 2011: Noemi aggiunge nuove date al suo tour RossoNoemi
Noemi fa felici i suoi fan aggiungendo nuove date al suo RossoNoemi Tour: oggi 6 agosto a Termini Imerese in Piazza Duomo.



Il successo di Noemi è inarrestabile e l’amore dei suoi fan continua a farsi sentire, tanto che la giovane artista italiana uscita da X-Factor si è vista costretta – sicuramente con piacere – ad aggiungere nuove date al suo RossoNoemi Tour.

Partito da Firenze il 25 giugno scorso, il tour di Noemi ha già portato l’artista a visitare diverse città italiane con i brani del suo ultimo album, frutto della redditizia collaborazione tra la rossa cantante romana e Vasco Rossi. E’ stata proprio Noemi a difendere Vasco dopo le critiche ricevute dal rocker di Zocca dopo l’annuncio delle dimissioni dalla carriera da rockstar.

Dopo aver preso parte all’Heineken Jammin Festival 2011 e aver suonato come supporter di Vasco Rossi a San Siro e allo Stadio Olimpico, Noemi ha ora regalato ai fan la gioia delle seguenti nuove date:

6 agosto nella piazza di Termini Imerese (PA)

music.fanpage.it
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Alessandro Vazzana ai campionati europei

A Varsavia dal 9 al 14 agosto. Al rientro, stile libero e femminile in collegiale a Genova
Stile libero: kg. 42 Vincenzo Succoia VVF “Padula” Napoli, kg. 46 Marco Azzarello - GS Lotta Termini Imerese, kg. 54 Alessandro Vazzana - GS Lotta Termini Imerese, kg. 63 Aron Caneva – Pol. Mandraccio, kg. 69 Marco Carcea – SG Colombo, kg. 85 Alfio Interbartolo – Meeting Sport Giarre; femminile: kg. 46 Valentina Faccio – Lotta Club Rovereto, kg. 49 Assunta Persico – Ilva Bagnoli, kg. 52 Carola Rainero – Pol. Mandraccio, kg. 65 Cristina Piffer – Gruppo Lottatori Mori, kg. 70 Dalma Caneva – Pol. Mandraccio; greco romana: kg. 50 Emanuele Sedicina - JC Franco Quarto, kg. 54 Ruben Marvice – VVF “Merolillo” Reggio Calabria, kg. 63 Riccardo Abbrescia - Sporting Club Villanova, kg. 69 Emanuele Poggi – Borgo Prati, kg. 76 Giacomo Giuffrida - Sporting Club Villanova, kg. 85 Simone Amadei – Club Atletico Faenza.

sevenpress

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Omicidio-suicidio, Ornella: «ho sentito mio padre armare la pistola, poi il colpo in fronte»

Migliorano le condizioni di Ornella, la ragazza a cui il padre Agostino Bova ha sparato dopo aver ucciso la madre e prima di togliersi la vita.
L'omicidio-suicidio è accaduto a Termini Imerese.
«Ho sentito mio padre armare la pistola in camera da letto. Poi è arrivato da me. Eravamo faccia a faccia. Ho tentato di disarmarlo, poi il colpo in fronte. Mi sono girata, ho corso lungo il corridoio. È partito il secondo colpo. Dietro l'orecchio. Sono caduta. È stato terribile. Non credevo ai miei occhi». Questo il racconto della ragazza ai medici e alla psicologa dell'ospedale di Palermo, riportato oggi da la Repubblica.
Agostino Bova era stato era stato licenziato un anno e mezzo fa dalla Fiat di Termini Imerese.

edizionioggi

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Fiat: Cisl Sicilia cauta su Dr, Termini sia area speciale di crisi

Palermo, 3 ago. - (Adnkronos) - E' cauta la Cisl sul piano industriale che l'azienda molisana Dr Motor ha illustrato nel pomeriggio di ieri alle organizzazioni sindacali, riguardo allo stabilimento di Termini Imerese (Palermo), che Fiat ha annunciato di voler dismettere il prossimo 31 dicembre. La Cisl Sicilia, ha commentato il segretario Maurizio Bernava, "manterra' alta la guardia". Ed insiste affinche' ''si faccia del termitano un'area speciale di crisi in grado di attrarre investimenti anche grazie agli incentivi e alle agevolazioni, che andranno individuati nell'accordo di programma''. ''Ci auguriamo che il piano sia solido e affidabile sia sul fronte industriale che su quello finanziario - ha aggiunto Bernava - perche' non puo' essere Termini a pagare il prezzo dei ritardi accumulati nella riconversione del comprensorio''. Anche Salvatore Picciurro, segretario della Fim Sicilia, e' intervenuto sul progetto Dr che prevede, a regime, 60 mila vetture per quattro modelli e un'occupazione che, entro il 2016, e' previsto arrivi a 1.300 lavoratori. Picciurro, sulla stessa lunghezza d'onda di Bernava, ha affermato che ''il piano di Dr e' interessante ma noi guardiamo i numeri e i numeri, per quanto interessanti, non vanno d'accordo con gli attuali duemila esuberi''. ''Il sindacato - ha insistito - non intende perdere neppure un posto di lavoro, indotto compreso''. Pertanto, il segretario Fim ha rilanciato la proposta avanzata nelle ultime settimane. ''Va da se' che entro il 31 dicembre i piani di riconversione non potranno partire - ha detto -. Dunque, Fiat non puo' andar via da Termini prima che sia concluso il percorso della reindustrializzazione''.
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Fiat, il nodo su Termini Imerese sarà sciolto il sette settembre

Vertice a Roma tra il ministro per lo Sviluppo Paolo Romani, il governatore della Sicilia Raffaele Lombardo e i responsabili di Invitalia sui progetti per l'area della Fiat a Termini Imerese che il Lingotto ha deciso di chiudere a fine anno. Al centro della riunione anche il piano presentato dal gruppo Dr di Massimo Di Risio. «È stato un incontro positivo», dice Lombardo all'Ansa, «i progetti presentati saranno completati durante il mese di agosto, ci rivedremo al ministero il 7 settembre per chiudere gli accordi. Nel frattempo il ministro Romani si è impegnato a definire con la Fiat le modalità per la sua fuoriuscita».

A SETTEMBRE L'ACCORDO - «Ci siamo dati appuntamento il 7 settembre, in mattinata, per un tavolo istituzionale completo per, a mio avviso, prendere una decisione definitiva», ha spiegato il ministro Romani ricordando che le proposte «in gioco» per il rilancio del sito sono sei. Al tavolo del 7 settembre, ha aggiunto il ministro, sarà presente anche «la regione siciliana, Invitalia e sarà invitata anche la Fiat».

SHORTLIST FINALE- Nel corso dell'incontro con il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, l'amministratore generale di Invitalia, l'advisor del ministero, Domenico Arcuri, «Abbiamo preso atto del fatto che ieri », ha evidenziato Romani, «è stata presentata la proposta di Di Risio ai sindacati». Un piano, quello dell'azienda automobilistica molisana Dr Motor, che «mi sembra sia stato apprezzato dai sindacati». Inoltre, ha continuato Romani, «abbiamo dato mandato ad Invitalia di lavorare questo agosto per preparare un piano per Termini». Quindi, ha proseguito il ministro «siamo concentrati per trovare la migliore soluzione possibile». La shortlist finale contiene sei proposte per la reindustrializzazione dell'area industriale di Termini Imerese, di cui due del settore automotive. Si tratta dei progetti di Di Risio e di De Tomaso. Riguardo alla compatibilità dei due piani che riguardano lo stesso comparto, a chi gli chiedeva se ci fosse un problema di compatibilità, Romani ha risposto: «Direi proprio di sì».

Redazione online
corriere.it
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Solo nebbia nel futuro di Termini Imerese

Nei giorni del dolore per la tragedia dell’operaio, ex Fiat e senza lavoro da due anni, che ha freddato la moglie e ferito la figlia, prima di spararsi alla tempia, la situazione del polo siciliano è sempre più stazionaria. Ed in questo caso lo stallo può solo significare la crisi dell’indotto, mentre la Fiat pare che comincerà la smobilitazione già da settembre. I sindacati lamentano l’assenza del governo nazionale, minacciando proteste clamorose. Intanto Raffaele Lombardo, nei giorni scorsi, ha criticato la scelta dei tavoli “preparatori”, richiedendo, invece, la sostanza di una risoluzione in tempi brevi. Con questo spirito il governatore ha risposto all’invito del governo di presentarsi oggi a Roma per fare il punto della situazione. Al momento delle poche imprese rimaste nella short-list dell’advisor Invitalia del ministero dello Sviluppo economico, nessuna sembra garantire stabilità per il futuro dell’area.

“Il problema dello stabilimento Fiat di Termini Imerese è stato sottoposto, con determinazione e in tutta la sua gravità, all’attenzione del governo sin dall’inizio della vertenza”. L’attacco alla timida azione di governo sul caso Termini giunge da Giuseppe Lumia, senatore del Pd. “Abbiamo presentato interrogazioni e mozioni in Parlamento, - ha continuato il senatore - raccogliendo le ragioni degli operai e dei sindacati, partecipando a tutti gli incontri presso il ministero dello Sviluppo economico, promuovendo iniziative per richiamare le responsabilità di tutti. Il governo Berlusconi, purtroppo, non ha mai fatto nulla di quanto era nelle sue possibilità per scongiurare la chiusura dello stabilimento”. Secondo l’esponente nazionale democratico il governo “avrebbe dovuto vincolare l’erogazione degli ecoincentivi al mantenimento dello stabilimento siciliano”. In realtà la Fiat sta tranquillamente andando via, la data ufficiale sarebbe per la fine del 2011, ma non è detto che non possa anche anticipare. Il futuro è nebuloso, perché dopo mesi di annunci di rilanci in grande stile, la situazione sta rapidamente collassando.
L’ultimo incontro presso il ministero ha gettato ulteriori nubi sul futuro occupazionale dell’area. “Una situazione esasperante di incertezza, da cui si deve uscire al più presto”. L’allarme è stato lanciato dal coordinatore provinciale dell’Ugl Metalmeccanici di Palermo, Marcello Marino, in seguito all’incontro di fine luglio presso il ministero dello Sviluppo. “Dopo mesi di annunci e di continui rinvii – ha spiegato il sindacalista - adesso, a pochi mesi dalla data in cui Fiat lascerà lo stabilimento, ci viene comunicato che non è garantita la rioccupazione di tutti i lavoratori del sito e dell’indotto, perché il numero di ricollocamenti previsto è notevolmente inferiore rispetto a quanto prospettato inizialmente”.

Oggi il governo, insieme all’advisor Invitalia, ha invitato la Regione Siciliana per fare il punto sui progetti in istruttoria per agevolare le aziende presenti nella short list per Termini Imerese. L’incontro, informa una nota, è propedeutico alla riunione del tavolo istituzionale, che si terrà nella prima metà di settembre alla presenza del ministro, per la presentazione dei risultati delle istruttorie e per definire la tempistica degli insediamenti. Lombardo, però, ha risposto picche, dicendosi non più disponibile a tollerare questo continuo “gioco al rinvio” sulle sorti dello stabilimento siciliano.

qds.it

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Fiat, da Dr Motor pronti 135 milioni per Termini Imerese

Circa 135 milioni di investimento per produrre, a regime, circa 60 mila vetture con 4 modelli auto di segmento A,B,C e I inglobando una occupazione che nel 2016 potra' arrivare a 1.300 lavoratori a cui si potrebbero aggiungere ulteriori ricadute positive sull'indotto. E' questa la proposta che Dr Motor, l'azienda di auto molisana di Massimo de Risio, ha messo sul tavolo oggi nel corso del confronto con Fim, Fiom, Uilm, Ugl e Fismic al ministero dello Sviluppo economico sulla riconversione
industriale di Termini Imerese. Domani nuovo round, alle 12, cui parteciperanno il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, l'ad di Invitalia, Domenico Arcuri, e il presidente della regione Sicilia, Raffaele Lombardo.



Gli investimenti, per il rilancio del sito siciliano di Termini, che la Fiat dismettera' a fine 2011, sarebbero articolati secondo un piano che prevederebbe che ai 60 milioni iniziali si possano aggiungere anche 75 milioni in R&S. Soddisfatti i sindacati. "A suo vantaggio Dr puo' contare su una capillare rete di vendita e su una notevole flessibilita' organizzativa, anche se la sua idea di affermarsi come secondo produttore italiano e' oggettivamente molto ambiziosa. In ogni caso e' l'unico progetto presentato nell'ambito del settore automotive ad essere credibile, quindi e' doveroso approfondirlo", spiega il segretario nazionale Uilm, Eros Panicali.

Piu' ottimista di giovedi' scorso anche la Fim. "E' stato un incontro positivo perche' tecnicamente il progetto ci sembra concreto e le sue linee definite fino al 2016. Un piano concreto, fattibile, visto che non si puo' scommettere al buio e che puo' rappresentare una risposta a Termini Imerese", spiega il segretario nazionale, Bruno Vitali. E "cauto ottimismo" lo esprime anche l'Ugl. "Finalmnente un produttore di auto interessato al sito di Termini Imerese che mette in campo le sue personali capacita' tecniche ed imprenditoriali e che potrebbe valorizzare il know how dei lavoratori che ora operano in Fiat. Ci auguriamo che il progetto vada in porto", commenta al termine il segretario confederale dell'Ugl, Caterina Ricci.

siciliainformazioni.com

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Si sono tenuti ieri alle 15 nella Chiesa madre di Termini Imerese i funerali di Agostino Bova e della moglie Margherita Corallo.

Si sono tenuti ieri alle 15 nella Chiesa madre di Termini Imerese i funerali di Agostino Bova e della moglie Margherita Corallo. La tragedia familiare si è consumata pochi giorni fa, quando l'uomo, ex operaio Fiat senza lavoro da un anno, probabilmente a causa della disperazione è stato preso da un raptus che l'ha portato ad uccidere la moglie, a sparare alla figlia trentenne Ornella (che fortunatamente si è salvata) e a togliersi la vita con un colpo di pistola alla tempia.

tratto da corriere.it

Il problema dello stabilimento Fiat di Termini Imerese è stato sottoposto, con determinazione e in tutta la sua gravità, all’attenzione del governo sin dall’inizio della vertenza

“Il problema dello stabilimento Fiat di Termini Imerese è stato sottoposto, con determinazione e in tutta la sua gravità, all’attenzione del governo sin dall’inizio della vertenza. Abbiamo presentato interrogazioni e mozioni in Parlamento, raccogliendo le ragioni degli operai e dei sindacati, partecipando a tutti gli incontri presso il Ministero dello Sviluppo economico, promuovedo iniziative per richiamare le responsabilità di tutti. Il governo Berlusconi, purtroppo, non ha mai fatto nulla di quanto era nelle sue possibilità per scongiurare la chiusura dello stabilimento”. Lo dichiara il senatore del Pd Giuseppe Lumia.

“Il governo – spiega Lumia – avrebbe dovuto vincolare l’erogazione degli ecoincentivi al mantenimento dello stabilimento siciliano. Invece ha accettato le decisioni di Marchionne in silenzio”.

“Adesso – conclude l’esponente del Pd – siamo ad una svolta. Ci sono tutte le condizioni per convincere la Fiat a rimanere o incentivare l’arrivo di una nuova azienda in grado di rilanciare la produzione di auto a Termini Imerese. L’importante è che il governo almeno adesso si dia da fare e in fretta”.


Ufficio stampa
Matteo Scirè

La De Tomaso, forte dei nuovi capitali Indiani fa strizzare l'occhio alla Fiat di Termini Imerese

La volontà di rendere il progetto internazionale fa strizzare l'occhio anche a Termini Imerese. In questi ultimi giorni nuovamente sotto i riflettori. Sul futuro della fabbrica Fiat non si sa ancora nulla ed in questo complicato gioco ad incastri potrebbe nuovamente spuntare la De Tomaso, forte dei nuovi capitali Indiani.

Allora incrociate le dita che la partita finale si gioca domani con l'assemblea dei soci.

tratto da blogsfere

Macaluso-De Mita e la Fiat: le intemerate dei due ex dc e pci

Macaluso e De Mita


In tutta onestà non si può dire che ci andassero leggeri nemmeno allora, quando la prima Repubblica ancora non era crollata. Basta rileggere una vecchia intervista che l’ex delfino di Bettino Craxi, l’ex Guardasigilli socialista Claudio Martelli rilasciò a Panorama a dicembre del 1987. «Oggi la Fiat in Italia è una monarchia nella Repubblica. Nessun gruppo industriale in nessuna grande democrazia ha lo stesso potere che la Fiat ha da noi. Il problema è strutturale. Un gruppo economico che acquisisce un tale livello di potenza e di influenza diventa un caso politico».

E si parla della Fiat degli Agnelli, non di quella del «canadese» Sergio Marchionne che guarda l’Italia sempre più da lontano. La Fiat che ancora si muoveva in quel solco tracciato da Vittorio Valletta: «Ciò che è bene per la Fiat è bene per l’Italia». La Fiat che con la politica non solo ci dialogava, ma che ne era parte integrante, come stanno a dimostrare anche le «navicelle» del Parlamento, dove compaiono i tre fratelli Susanna, Umberto e Giovanni Agnelli: la prima parlamentare repubblicana e ministro degli Esteri, il secondo deputato democristiano, il terzo senatore a vita. La Fiat, che un altro socialista, il ministro del Lavoro Rino Formica, definì un giorno (e certamente non per una svista) «controparte padronale», ma sotto sotto era coccolata e corteggiata da tutta la politica. Era o non era la più grande industria italiana? E se Cesare Romiti ha rivendicato con Giampaolo Pansa, che lo intervistava per il libro «Questi anni alla Fiat», di aver imposto durante la sua gestione una «linea di rottura con i poteri pubblici», la casa torinese continuava a essere la principale destinataria di ricchi contributi statali. Come gli oltre 3 mila miliardi di lire per lo stabilimento di Melfi.

Il peggio che potesse capitare in quegli anni erano le scaramucce. Come quello scambio di battute fra Romiti e il ministro del Bilancio Paolo Cirino Pomicino, che gli aveva vibrato una stilettata: «È un po’ nervoso, perché la Fiat va male». E lui, ai giornalisti, ridacchiando: «Vi sembro nervoso» ? O come quell’altro commento di Martelli, in piena bufera di Tangentopoli: «La Fiat non può dire di essere stata vessata dai partiti, è una tesi difficilmente sostenibile». Ma nessuno della cosiddetta prima Repubblica, nemmeno nei momenti più tesi, si sarebbe sognato di minacciare, come ha fatto sabato l’ex presidente del Consiglio Ciriaco De Mita parlando con Antonella Baccaro del Corriere, l’occupazione di una fabbrica. Causa della clamorosa intemerata dell’ottantatreenne ex segretario dc, la decisione della Fiat di chiudere lo stabilimento avellinese della Irisbus, messo in ginocchio dalla mancanza di commesse pubbliche per il trasporto pubblico locale. «I soldi per le quote latte il governo li ha trovati, eccome...», ha ringhiato l’irriducibile Signore di Nusco. Per non parlare del trattamento al vetriolo che ha riservato a Marchionne un altro monumento della politica nostrana.

Ha scritto l’ex parlamentare del Pci Emanuele Macaluso sul Riformista, a proposito della tragica vicenda dell’operaio suicida Agostino Bova, licenziato da Termini Imerese per un «furto» di 55 euro: «In altri momenti Bova sarebbe stato punito con un richiamo, una breve sospensione, non certo con il licenziamento. Ma i sindacati sono deboli, la politica è debole, la cosiddetta società civile è distratta e c’è l’uomo forte Marchionne, che licenzia il povero Bova ma, come abbiamo visto, può ricattare l’Italia». E il governatore siciliano Raffaele Lombardo, che durante la prima Repubblica si è fatto le ossa nella Dc di Calogero Mannino, non ha avuto paura di spingersi rabbiosamente addirittura oltre. Sentite che cosa ha detto, secondo quanto ha riportato l’Ansa: «Quando ci si comporta da farabutti, i lavoratori vengono portati all’esasperazione e si arriva alla disperazione com’è accaduto per l’ex operaio della Fiat che ha ammazzato la moglie e poi si è suicidato». Poi ha proposto di scendere in piazza, occupare i consigli comunali e provinciali e «mettere le tende a Roma». Se la Fiat era una «monarchia nella Repubblica», allora qui siamo alla presa della Bastiglia.

Sergio Rizzo
01 agosto 2011
corriere.it

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Omicidio-suicidio di Termini Imerese di operaio Fiat: oggi i funerali, rabbia dei familiari

Agostino Bova e la moglie Margherita Corallo saranno seppelliti in luoghi diversi. Al Policlinico il dolore dei familiari. Lutto cittadino a Termini Imerese. 

 

di ROMINA MARCECA / palermo.repubblica.it
Si svolgeranno oggi alle 15 nella Chiesa madre di Termini Imerese i funerali di Agostino Bova e della moglie Margherita Corallo, morti per un raptus dell'uomo, un ex operaio Fiat che aveva perso il lavoro da quasi due anni, che ha freddato la moglie e ha ferito la figlia, Ornella, prima di spararsi un colpo di pistola alla tempia. Il sindaco di Termini ha proclamato il lutto cittadino.

Stamattina, nella camera mortuaria del Policlinico, i familiari di Agostino Bova hanno dato l'ultimo saluto alle salme. Alcuni parenti non sono riusciti a contenere la rabbia nei confronti dell'uomo, che a quanto pare sarà seppellito in un luogo diverso da quello della moglie. Ornella non è riuscita a raggiungere i parenti a Palermo: si è sentita male durante il tragitto in auto, e ha preferito tornare indietro.

Le due figlie, tra cui la superstite, in un comunicato ringraziano "quanti si sono uniti al nostro dolore per il sostegno che non ci hanno fatto mancare", specificando che "alla sepoltura si procederà nei prossimi giorni in forma strettamente privata".
(01 agosto 2011)

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Operaio Fiat omicida-suicida Agostino Bova: oggi lutto cittadino a Termini Imerese (Pa)

Il sindaco di Termini Imerese, Salvatore Burrafato, ha proclamato il lutto cittadino oggi, in concomitanza con i funerali Margherita Corallo e di suo marito Agostino Bova, ex operaio della Fiat che l'ha ucciso e si e' poi tolto la vita, in preda alla depressione da due anni dopo essere stato licenziato. Le esequie saranno celebrate nella chiesa di San Nicola in piazza Duomo. (AGI)

Agostino Bova l'operaio Fiat di Termini Imerese che s’uccide per 55 euro

Venerdì scorso sulla prima pagina del Corriere della Sera, come in tutti gli altri quotidiani, ballavano milioni di tangenti, vere o presunte, pagate a destra e a manca. Fiumi di denaro.
Nelle pagine economiche c’era la notizia che Marchionne rifà la squadra per Fiat-Chrysler con 22 manager, di cui si fanno nomi e cognomi ma non un cenno sui loro emolumenti. A pagina 20 due notizie e due servizi appaiati. A sinistra il titolo recita: «Costi lievitati di 15 milioni, nove indagati all’Aquila per i lavori della Questura». Non risparmiano nemmeno la sede della polizia! A destra il titolo dice: «Uccide la moglie e si spara. Era stato licenziato per un furto di 55 euro». Il fatto si è verificato a Termini Imerese, l’operaio, si chiamava Agostino Bova e ha tentato di uccidere anche la figlia, rimasta ferita alla testa.
Bova aveva 56 anni era un operaio Fiat e la sua vita era quella di un lavoratore siciliano che finalmente aveva un’occupazione considerata stabile. Invece Agostino aveva perduto il lavoro circa un anno e mezzo fa per un provvedimento disciplinare.
Nella Fiat di Marchionne non si transige. L’operaio era stato accusato di avere usato il badge di un collega per scaricare buoni pasto: un “furto” valutato in 55 euro. Era stato condannato al licenziamento, alla disoccupazione, all’umiliazione di essere considerato un ladro.
In altri momenti Bova sarebbe stato punito con un richiamo, una breve sospensione, non certo con il licenziamento. Ma a Termini Imerese la Fiat c’è e non c’è; e si discute quale sarà la sorte di tutti i lavoratori. I sindacati sono deboli, la politica è debole, la cosiddetta società civile è distratta, e c’è l’uomo forte, Marchionne, che licenzia il povero Bova, ma, come abbiamo visto, può ricattare l’Italia.
Cosa è diventato questo paese dove il “furto” di 55 euro è punito con la vita (di questo si tratta per chi si trova nelle condizioni di Bova) e contemporaneamente si approva una legge per fare prescrivere i reati dei grandi profittatori che affittano avvocati di grido pagati con milioni di euro? L’operaio Bova in un paese di Sicilia era invece solo, macchiato dal “furto” di 55 euro non prescrivibile. Vergogna.

di Emanuele Macaluso - ilriformista.it

Stabilimento Fiat Termini Imerese ultime news 1 Agosto 2011

Si ripete la medesima situazione anche nello stabilimento Fiat di Termini Imerese. Sono mesi, ormai quasi anni che la politica e gli imprenditori, ed i sindacati parlano di una soluzione imminente.

Si dice che un progetto definitivo sia sempre lì lì per essere approvato. Esattamente come per la De Tomaso, anche se ora pare si sia arrivati quasi ad una risoluzione definitiva.

A Termini Imerese invece si continua a parlare ed a fare promesse. Siamo ormai oltre il secondo semestre del 2011 lo stabilimento entro fine anno chiude. I tempi stringono i progetti sono stati presentati e guarda caso si è anche inserito Gian Mario Rossignolo con la De Tomaso.

Anche nell'ultimo incontro, in questi giorni, non si è arrivati a nessuna conclusione concreta.

Da quanto riesco a capire sembra che l'unico progetto realistico sia quello della DR.

Per il resto mi sembrano sempre delle belle dichiarazioni di circostanza più che altro per salvare la faccia e soprattutto l'istituzione per cui lavorano.