De Palma (Fiom): "Cambiano i presidenti del
Consiglio, ma i rituali si ripetono. Basta con gli spot che coprono i
problemi di produzione e di occupazione nel nostro Paese, il Governo
convochi un tavolo sull'auto... (...)... potrebbe recarsi a
Termini Imerese dove si riaprirebbero i cancelli chiusi da anni"
"E' cambiato il modello di auto, il presidente del Consiglio, ma la
foto resta sempre la stessa dei governi precedenti: pacche sulle spalle e
strette di mano, insomma va tutto bene. Siamo alla ennesima ripetizione
di una scena già vista con altri presidenti del consiglio. Uno spot che
copre i problemi che ci sono e sono lasciati ai soli lavoratori. Sia
chiaro che la produzione di un nuovo modello è un fatto positivo, ma non
basta". Lo dichiara Michele De Palma, coordinatore nazionale del
settore Automotive per la Fiom-Cgil.
"Il presidente del Consiglio che conferma di voler andare a Detroit per visitare uno stabilimento Fca. Potrebbe visitare quello di Mirafiori in Italia - prosegue -, in cui si produce ormai solo la Mito e si lavora al massimo tre giorni al mese, quello di Cassino dove per la lastratura è partito ieri il terzo anno di cassa perchè sono cessate le produzioni della Bravo e della Delta e il lancio del nuovo modello Alfa sarebbe previsto per il 2016, Pomigliano dove è in produzione la sola Panda e i lavoratori sono in contratto di solidarietà e ad oggi senza un nuovo modello ci sarà un futuro lungo di ammortizzatori sociali. Il presidente del Consiglio potrebbe chiedere ai lavoratori che produrranno la Renegade come si sta al montaggio con il taglio delle pause e l'aumento dei ritmi. Il presidente del Consiglio potrebbe chieder conto della scarsa rotazione durante la cassa integrazione. Oppure potrebbe recarsi a Termini Imerese dove si riaprirebbero i cancelli chiusi da anni".
"Il presidente del Consiglio che conferma di voler andare a Detroit per visitare uno stabilimento Fca. Potrebbe visitare quello di Mirafiori in Italia - prosegue -, in cui si produce ormai solo la Mito e si lavora al massimo tre giorni al mese, quello di Cassino dove per la lastratura è partito ieri il terzo anno di cassa perchè sono cessate le produzioni della Bravo e della Delta e il lancio del nuovo modello Alfa sarebbe previsto per il 2016, Pomigliano dove è in produzione la sola Panda e i lavoratori sono in contratto di solidarietà e ad oggi senza un nuovo modello ci sarà un futuro lungo di ammortizzatori sociali. Il presidente del Consiglio potrebbe chiedere ai lavoratori che produrranno la Renegade come si sta al montaggio con il taglio delle pause e l'aumento dei ritmi. Il presidente del Consiglio potrebbe chieder conto della scarsa rotazione durante la cassa integrazione. Oppure potrebbe recarsi a Termini Imerese dove si riaprirebbero i cancelli chiusi da anni".
"Questa è la realtà che vivono i lavoratori della FCA (ex Fiat), oggi
non è il momento di tagliare nastri o aprire portiere ma di lavorare
perché tutti - sindacati, azienda e Governo - facciano la loro parte,
perché tutti i lavoratori possano tornare a lavorare negli stabilimenti e
siano garantiti ai lavoratori i diritti, il salario e le libertà
sindacali e si concluda definitivamente il doppio regime di diritti
sindacali e siano applicati i precetti della nostra costituzione".
"Anche quest'anno in Italia saranno prodotte meno di 400 mila auto, c'è bisogno di investimenti pubblici e privati per reinventare la mobilità per produrre auto ecologiche e sicure: in molti Paesi europei la prassi è che ognuno si assume le proprie responsabilità per rilanciare le produzioni. Negli Stati Uniti ci sono accordi tra Governo, azienda e sindacato, in Italia no. La sfida al presidente del Consiglio è di convocare un tavolo in cui l'obiettivo è il rilancio dell'auto, dell'indotto e della componentistica", conclude.
"Anche quest'anno in Italia saranno prodotte meno di 400 mila auto, c'è bisogno di investimenti pubblici e privati per reinventare la mobilità per produrre auto ecologiche e sicure: in molti Paesi europei la prassi è che ognuno si assume le proprie responsabilità per rilanciare le produzioni. Negli Stati Uniti ci sono accordi tra Governo, azienda e sindacato, in Italia no. La sfida al presidente del Consiglio è di convocare un tavolo in cui l'obiettivo è il rilancio dell'auto, dell'indotto e della componentistica", conclude.
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