In stato di degrado il ponte settecentesco a Termini Imerese

Il settecentesco ponte sul fiume San Leonardo, maestosa architettura che si trova a Termini Imerese, in provincia di Palermo, è in uno stato di totale abbandono e di degrado.

A denunciarlo l’associazione Siciliantica che ha scritto una lettera al sindaco della cittadina e alla Soprintendenza ai beni culturali e ambientali di Palermo.

”Nonostante il monumentale ponte, alcuni anni fa sia stato sottoposto, da parte della Soprintendenza ai beni culturali di Palermo, ad un pregevole intervento di restauro conservativo – scrive nella lettera Alfonso Lo Cascio, della presidenza regionale di SiciliAntica – una assoluta mancanza di manutenzione e l’assenza di costanti lavori di pulitura ha trascinato nel degrado la superba opera architettonica”.

“Larghe crepe – aggiunge - si sono aperte nella zona dove la struttura stessa si collega al piano di campagna e che rischia, in un eventuale cedimento, di trascinare parte della lunga rampa laterale. Ulteriore preoccupazione destano inoltre alcuni elementi dell’arcata centrale che mostrano iniziali segni di distacco e che andrebbero attenzionati con grande cura”.

L’Associazione chiede “un immediato intervento” al fine di bloccare lo stato di degrado ed evitare il crollo di parte del monumento che “giorno dopo giorno appare sempre piu’ probabile”.

Il Ponte sul fiume S. Leonardo fu edificato nel 1721 sotto il regno di Carlo VI d’Asburgo dall’architetto regio Agatino Daidone.

Il ponte in pietra arenaria ebbe principalmente lo scopo di rendere la struttura sicura nei confronti delle esondazioni del fiume. Per due secoli la costruzione settecentesca ha assicurato il collegamento carrabile con Palermo. Nella prima metà del Novecento fu inserito da una rivista tra i dodici ponti più belli del mondo.
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TERMINI IMERESE: ARCURI, A SETTEMBRE RIUNIONE CON ROMANI E SINDACATI

(ASCA) - Rimini, 26 ago - ''Ai primi di settembre e' prevista una riunione con il ministro Romani e i sindacati per mettere un punto fermo sulla vicenda Fiat e sulle aziende che si insedieranno a Termini Imerese''. E' quanto ha affermato l'a.d.

di Invitalia Domenico Arcuri, a margine del Meeting di Rimini, sulle sorti dello stabilimento siciliano di cui Invitalia e' advisor per il ministero dello sviluppo economico.

Nella short list dei pretendenti per Termini Imerese figurano sei proposte di cui due riguardano il settore automotive, una della Dr Motor e una della De Tomaso.

did/sam/rob









Termini Imerese, perde il controllo della moto: morto un giovane operaio

Nella notte tra giovedì e venerdì ha perso la vita Giuseppe Saso, 26 anni, termitano. Era alla guida una Yamaha 500 immatricolata da soli quindici giorni


FRANCESCA GIUNTA E MARIA GRAZIA D'AGOSTINO

TERMINI IMERESE. Un volo con la moto di circa diciannove metri e poi l’impatto con un’auto regolarmente parcheggiata in viale Unità d’Italia, zona stazione, a Termini. Così è morto nella notte tra giovedì e venerdì, in un tragico incidente stradale, Giuseppe Saso, 26 anni, termitano.
Il giovane era alla guida della sua nuova moto, una Yamaha 500 immatricolata da soli quindici giorni, quando ha perso il controllo del veicolo e si è schiantato su un paletto in cemento che delimita la ringhiera di viale Unità d’Italia (a Termini bassa). Potrebbero essere diverse le cause che hanno fatto perdere il controllo della moto al ventiseienne: dall’alta velocità alla stanchezza dopo il banchetto nuziale dal quale si stava ritirando. Giuseppe, infatti, era di ritorno da un locale situato lungo la strada statale, in direzione Cerda, dove si erano da poco conclusi i festeggiamenti del matrimonio cui lui e la sua famiglia erano stati invitati. Una festa che, per la famiglia Saso, è purtroppo finita nel più tragico dei modi.
Sul posto è subito intervenuta una pattuglia dei vigili urbani avvisata da una volante del commissariato di polizia cittadino che si trovava a passare da quella zona. Gli agenti della sezione infortunistica del comando di polizia municipale, addetti a fare i rilievi nei sinistri stradali, hanno eseguito tutti gli accertamenti del caso cercando di risalire alla dinamica dell’incidente.
In base a quanto ricostruito, Giuseppe Saso proveniva da Cerda e, oltrepassata piazza Europa (o piazza stazione), avrebbe perso il controllo della moto, andando a sbattere su un primo pilastro della ringhiera che delimita, da un lato, viale Unità d’Italia (l’altro lato è delimitato da una serie di alberi). Qui, il ventiseienne si sarebbe staccato dalla moto andando a sbattere il ginocchio su un altro pilastro in cemento e, poi, facendo un volo lungo 19 metri. Il giovane ha quindi sbattuto la testa e la spalla destra sul lato anteriore sinistro di una Fiat Panda, di colore grigio, posteggiata lungo la via sottostante viale Unità d’Italia. Una strada chiusa e più bassa di qualche metro rispetto al viale.
L’impatto è stato violento. Inutile la corsa in ospedale, il ventiseienne è morto in ambulanza. La moto, completamente distrutta, aveva intanto continuato la sua corsa da sola per circa una sessantina di metri. Sul posto, poco dopo, sono arrivati anche i familiari, che in auto seguivano a distanza Giuseppe ma che non avrebbero assistito alla dinamica dell’incidente.
Il giovane lavorava come operaio e viveva in casa insieme ad altre sei persone in contrada Danigarci (tra Termini Imerese e Trabia). Il padre, Salvatore, fa il venditore ambulante.

gds

Palermo, dà fuoco alla madre in casa di riposo: la donna muore

Un rancore nutrito per anni: sarebbe il motivo che ha spinto un uomo di 61 anni a dar fuoco alla madre di 87, ospite in una casa d'accoglienza di Caccamo, in provincia di Palermo, e a ucciderla. Salvatore Muriella è entrato nella struttura di due piani da una finestra e, raggiunta la stanza dove dormiva l'anziana, Rosa Gallitano, ha dato fuoco al letto con la benzina. Le fiamme hanno innescato un'esplosione che ha investito l'uomo e altre due persone, rimaste lievemente ferite. Dopo Muriella è scappato, ma è stato trovato dai carabinieri nella sua casa, fermato e trasferito all'ospedale di Palermo. All'origine del gesto l'odio nei confronti della madre: il sindaco di Caccamo Delio Capitano racconta che c'erano stati violenti scontri tra i due.Nell'edificio, dichiarato inagibile, sono intervenuti i vigili del fuoco. L'inchiesta è coordinata dalla Procura di Termini Imerese.

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